Pisa, 27 gennaio 2025 – Il Polo della Memoria di San Rossore 1938, dell’Università di Pisa, ha ospitato questa mattina la seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana in occasione del Giorno della Memoria. Una giornata intensa, iniziata con le celebrazioni organizzate dal Comune di Pisa, durante le quali è stata inaugurata la stele commemorativa dell’artista Andrea D’Aurizio, con esecuzione di brani musicali da parte del coro dell’Istituto Comprensivo di Pisa ‘Leonardo Fibonacci’ a cui ha partecipato il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo. Poco dopo, si è tenuta la seduta solenne del Consiglio regionale, che si è aperta con i saluti del Rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, ai quali sono seguiti gli interventi del presidente Antonio Mazzeo, del giornalista Gad Lerner, al quale è stata consegnata in dono una statuina raffigurante il Pegaso alato, simbolo della Regione, e del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
A introdurre la seduta solenne del Consiglio regionale è stata la proiezione di un estratto video del film “Vite sospese. Dal buio alla luce” di Annick Emdin e i saluti del rettore Zucchi, ai quali sono seguiti l’inno europeo e l’inno d’Italia, eseguiti dagli studenti del Conservatorio statale di Musica “Pietro Mascagni” di Livorno; sempre gli studenti del conservatorio hanno più tardi chiuso la seduta solenne eseguendo brani inediti composti da compositori e compositrici ebrei vittime della Shoah.
In sala, oltre a molti consiglieri e assessori regionali, erano presenti il sindaco di Pisa, Michele Conti, alcuni consiglieri e assessori del Comune di Pisa, il Prefetto di Pisa Maria Luisa D’Alessandro, il presidente comunità ebraica di Pisa Andrea Gottfried, l’Arcivescovo della città Giovanni Paolo Benotto, il presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori, il presidente provinciale Anpi Pisa Bruno Possenti, e molti sindaci della provincia di Pisa e tre classi delle scuole medie inferiori in rappresentanza dell’Istituto comprensivo Fucini, una classe della scuola medie inferiori Fucini di Pisa, una dell’Istituto comprensivo Galilei di Pisa e una della scuola media Castagnolo di San Piero a Grado.
Dopo la seduta solenne, il presidente Antonio Mazzeo si è recato a San Rossore, dove ha depositato una corona sulla lapide dove nel 1938 il Re d’Italia firmò le leggi razziali. Insieme al presidente erano presenti il consigliere regionale Diego Petrucci, il prefetto Maria Luisa D’Alessandro, Riccardo Gaddi, direttore del parco San Rossore, Andrea Gottfried, presidente comunità ebraica di Pisa, Riccardo Buscemi, assessore comune di Psa, e Claudia Principe, vicepresidente del parco San Rossore.
Ad aprire la seduta, come ricordato, è stato il saluto del rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi: “Sono onorato di poter accogliere in una nostra struttura il Consiglio regionale della Toscana e ringrazio tutti, dal presidente Mazzeo al presidente della Giunta Giani, per avere scelto questa sede che porta il nome di Polo della Memoria, grazie all’iniziativa virtuosa del mio predecessore, il professor Paolo Mancarella, un riferimento al triste evento delle leggi razziali. La memoria è un dato fondamentale, io vengo dall’area medica e biologica e non esistono funzioni cognitive e coscienza senza memoria”.
“Possiamo anche dire – ha aggiunto – che senza memoria storica a livello della società non esiste coscienza sociale. Una coscienza della società e dei suoi valori e dei suoi impegni per il futuro, non può prescindere dalla memoria così come il nostro cervello non può prescindere dalla memoria per valutare il mondo circostante. Se passiamo poi a considerare una tragedia immane quale la Shoah la cosa ha un ulteriore significato, sia specifico, legato proprio al popolo ebraico, sia secondo me più generale, legato all’umanità intera e al nostro tempo. Il profeta Ezechiele alcune migliaia di anni fa nel suo libro dice rivolgendosi al suo popolo ‘non diventerete come gli altri popoli’ dice testualmente ‘non illudetevi di poter diventare come gli altri popoli come le tribù delle nazioni’. Se questa era la profezia si è adempiuta pienamente con conseguenze positive e negative. Da un lato certamente il popolo ebraico ha saputo mantenere la propria identità, caso unico nella storia dell’umanità. Certamente è un dato oggettivo che nessuno può contestare che il popolo ebraico ha dato un contributo straordinario alla vita del pensiero, alla filosofia e alle scienze di primissimo ordine. La principale conseguenza negativa è che il popolo ebraico è stato oggetto di antagonismo e odio feroci, spesso spropositati, culminati in questo evento che è stato oggetto di una denominazione particolare proprio per riconoscerne l’unicità. E questa è anche la ricaduta sulla società del nostro tempo che va anche al di là di questa enorme tragedia”.
“Si dice spesso – ha concluso il suo intervento il rettore Zucchi – che noi siamo fortunati perché viviamo, in uno dei picchi della civiltà umana in senso positivo. Confesso che ho sempre avuto dei dubbi. Se si guardano alcuni fatti e il rispetto di alcuni valori, primo tra tutti quello della vita umana, ci sono studi storici che ci mostrano come il Ventesimo secolo sia stato il secolo delle peggiori stragi dell’umanità. La somma di morti è maggiore della somma di non so quanti millenni precedenti, e questo ci dovrebbe far riflettere su cosa sta succedendo nel nostro tempo. La memoria è essenziale per la riflessione e una delle memorie fondamentali che dobbiamo mantenere è quella che viene ricordata in questa giornata”.