L’Università di Pisa, attraverso il suo Dipartimento di Scienze della Terra, sbarca in Uzbekistan con un progetto di cooperazione internazionale che nel suo genere è il primo in Italia. L’Ateneo pisano ha infatti attivato una sede a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan, e in collaborazione con la University of Geological Sciences del Paese asiatico sta costruendo un corso di laurea triennale in Geologia, con 60 studentesse e studenti iscritti che stanno già frequentando l’anno propedeutico in vista della prossima immatricolazione a Unipi. Ulteriori sviluppi didattici sono in via di definizione, con la progettazione di un curriculum dedicato alla Geologia ambientale e di un corso di laurea magistrale congiunto in Scienze e tecnologie geologiche, che porterà a un titolo di studio valido sia in Italia che in Uzbekistan. Si stanno anche delineando linee di ricerca congiunte.
La nuova sede è stata presentata nell’Aula Magna Nuova della Sapienza, mercoledì 17 maggio, con gli interventi introduttivi, in presenza o via streaming, del rettore Riccardo Zucchi, del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alberto Barachini, del rappresentante del Ministero Affari esteri e cooperazione internazionale, Alessandro De Pedys, dell’ambasciatore italiano in Uzbekistan, Agostino Pinna, del viceministro dell’Industria mineraria e Geologia della Repubblica dell’Uzbekistan, Azam Kadirkhodjaev.
Il progetto è stato quindi illustrato dal prorettore alla Cooperazione e alle relazioni internazionali, Giovanni Federico Gronchi, dal coordinatore del Comitato di gestione, Francesco Marcelloni, dal manager operativo, Numonbek Dalimov, e da una studentessa e uno studente del Preparatory Year del Branch UniPi a Tashkent. La chiusura è stata affidata al direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi.
Dopo i primi incontri del 2019 fra i rappresentanti dell’Ateneo e quelli del governo uzbeko, il progetto si è concretizzato con la stipula di un Agreement nel luglio del 2022 e con il successivo avvio dell’anno propedeutico riservato a 60 studentesse e studenti. I profili culturali e professionali individuati devono soddisfare le richieste del mercato del lavoro uzbeko e di altre nazioni dell’Asia centrale, soprattutto nei campi della ricerca di georisorse energetiche e minerarie, ed essere dotati di competenze specifiche per collaborare efficacemente a progetti di protezione dai rischi geologici e ambientali. La formazione linguistica degli allievi, con lezioni tutte in inglese, è curata dal Centro Linguistico di Ateneo (CLI).
La sede fa parte del campus della University of Geological Sciences, è costituita da un edificio di cinque piani ed è dotata di due aule da 60 posti, alcune aule da 25 posti, laboratori informatici, di microscopia, di fisica e di chimica (in corso di allestimento), così come di uffici amministrativi. Nei prossimi mesi sarà allestita un’aula da 100 posti, mentre sono già presenti un auditorium e una grande sala conferenze.
“La collaborazione tra Università di Pisa e Università dell’Uzbekistan – ha dichiarato il rettore Riccardo Zucchi – mira a promuovere l’internazionalizzazione verso uno dei principali paesi dell’Asia centrale, prima appartenente all’Unione Sovietica e oggi cuore di un’area geopolitica di interesse emergente e strategico per l’Italia e l’Unione Europea. In questo contesto, la mission dell’Ateneo è quella di promuovere la ricerca scientifica e la formazione degli studenti coniugando attività mineraria con sostenibilità ambientale”.
“In Uzbekistan – ha concluso il direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi – la Geologia è riconosciuta come scienza fondamentale per lo sviluppo del paese, in particolare per il reperimento di risorse naturali, tra cui i metalli critici necessari per la transizione ecologica. L’Università di Pisa ha raccolto questo interesse in quanto i progressi nella transizione ecologica non possono prescindere dall’utilizzo dei geomateriali, necessariamente derivanti dall’estrazione mineraria e questa non può più prescindere dalla tutela dell’ambiente naturale. Già negli scorsi mesi, abbiamo avuto modo di apprezzare le potenzialità dell’assetto geologico dell’area dal punto di vista didattico e scientifico, con ampie possibilità di avanzamento delle ricerche”.