Nella seduta di questa mattina (venerdi 17 aprile) della terza commissione salta fuori un fatto non da poco, quando Valter Sarais (M5S) chiede delucidazioni sulle manutenzioni delle piscine comunali affidate in gestione ad Officina dello Sport. Marcella Previti, Ufficio sport, risponde che “tutti i lavori sono a carico di Officina dello Sport, eccezion fatta per quelli sulla copertura e quelli considerati “strutturali” dalla convenzione, quei lavori cioè che dovevano garantire il passaggio al gestore di una struttura adeguata per il servizio che vi doveva svolgere”.
Subito dopo Previti rivela che «i lavori fatti nell’estate 2014 sono stati effettuati dal Comune perché riguardavano carenze strutturali che al momento della convenzione, nel 2010, non erano stati rilevati dall’amministrazione né dal gestore», aggiungendo che «forse la fretta della procedura e i pochi giorni utili per l’offerta di gara hanno impedito una analisi approfondita che mettesse in luce le carenze strutturali, emerse poi dalle ispezioni che l’Asl ha effettuato negli anni successivi». Tra queste spicca quella dell’impianto di trattamento acque, valutato dall’Asl assolutamente inadeguato.
Sarais cita allora il verbale di consegna (agosto 2010): »Il relativo sopralluogo – sottolinea – fu fatto dalla dottoressa Previti e da Roberto Fedeli per Officina dello Sport. Nel verbale sono marcate le caselle che riportano la voce di uno stato delle strutture “buono”. Stando al documento sembra che la situazione non fosse così grave”. “Io sono laureata in storia e filosofia – spiega con un pizzico di imbarazzo Previti – e ho un ruolo amministrativo. Quel verbale riguardava i beni mobili, ci siamo limitati a dare un’occhiata a spogliatoi e attrezzature. Anche perché l’analisi strutturale era già stata fatta dai tecnici, che avevano rilevato lavori di manutenzione per un totale di 123mila euro».
Com’è possibile che la necessità di interventi che poi hanno causato una spesa così discostante a quella sostenibile non sia saltata fuori prima? “Una somma preventivata per 123mila euro che, nel giro di pochi anni, è lievitata fino a 4,2 milioni”.