Pisa renderà omaggio all’archeologo decapitato dall’Isis.
Oggi il mondo dell’archeologia e della cultura in generale saluta Khaled al-Asaad, rendendogli onore per il suo coraggio. Khaled al-Asaad, il direttore del sito archeologico di Palmira, città della Siria, si sarebbe rifiutato di indicare ai suoi aguzzini i luoghi in cui sono stati nascosti importanti reperti romani prima dell’occupazione della città da parte dell’Isis. Il corpo di Asaad è stato ritrovato decapitato e appeso a un palo della luce. La macabra immagine dell’ennesima vittima dell’Isis è stata diffusa in rete dai jihadisti su Twitter. Secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, si è trattato di un’esecuzione pubblica in piena regola, alla quale assistito decine di persone. A dare per primo la notizia della decapitazione di Asaad, uno dei massimi esperti siriani di archeologia, ieri sera, il direttore delle Antichità e dei musei siriani Maamoun Abdulkarim. Il Professor Asaad si è preso cura dei tesori archeologici della “Sposa del deserto com’è soprannominata la città patrimonio dell’Unescohttp://pagine.dm.unipi.it avrebbe così compiuto il sacrificio estremo: andare incontro a una morte atrocehttp://pagine.dm.unipi.it pur di salvare i gioielli di Palmira. Il Sindaco Filippeschi ha annunciato che la città di Pisa intende dedicare un luogo significativo per la tutela dei beni culturalihttp://pagine.dm.unipi.it alla memoria del professor Khaled al Assadhttp://pagine.dm.unipi.it studioso di livello internazionalehttp://pagine.dm.unipi.it e guardiano del patrimonio archeologico di Palmirahttp://pagine.dm.unipi.it trucidato dagli estremisti assassinihttp://pagine.dm.unipi.itcon questo gesto vogliamo testimoniarehttp://pagine.dm.unipi.it dice il Sindaco di Pisa Filippeschihttp://pagine.dm.unipi.itle relazioni fruttuose della nostra comunità di studiosi con le culture dell’altra sponda del Mediterraneo e ricordare così il professor al Asaad come un martire della tolleranza e del dialogo, cittadino del mondo”. Per il primo cittadino pisano “bisogna rispondere all’orrore della barbarie dell’Isis con ogni mezzo: con la politica, colpendo il suo sistema militare, con la cultura quale simbolo di dialogo e di pace. Cancellare la storia e i suoi segni universali- conclude Filippeschi- è parte di un progetto di dominazione e di morte che non si puo’ ancora sottovalutare. Ci sentiamo toccati come cittadini che non vogliono essere soggiogati dagli stragisti portatori di odio e di guerra”.
MP. 20 agosto