Usciamo allo scoperto, non continuiamo a nasconderci dietro ad un dito. Facciamo come ha avuto il coraggio di fare Gennaro Gattuso, perchè per compiere un gesto del genere occorre solo avere fegato.
Stiamo parlando del suo saluto verso la panchina e il suo auto-escludersi dalla partita in corso, quella tra il suo Pisa e il Pontedera, nel momento in cui all’ennesimo errore arbitrale a svantaggio dei nerazzurri, il campione del mondo chiede spiegazioni al direttore di gara. Non sappiamo cosa si siano detti ma chiaramente la conduzione arbitrale anche in questa occasione e fino a quel momento, aveva lasciato a desiderare tanto da fare infuriare il condottiero nerazzurro. Non era la prima volta ma l’ennesimo errore di una lunga serie.
Mister Gattuso è una persona molto vera, sanguigna e schietta e il suo gesto è emblematico di questa sua personalità che tanti italiani hanno sempre apprezzato, soprattutto quando indossava le scarpette da gioco e con la sua tenacia caricava di agonismo le sue squadre. Con questo gesto Gattuso ha evidenziato le gravi lacune di un sistema che non è più in grado di offrire uno spettacolo che giustifichi il prezzo del biglietto, e che risulti soprattutto ancora credibile. La vicenda della fideiussione con la connessa attesa di penalizzazione ai danni del Pisa, appare alquanto poco chiara e lascia coni d’ombra che possono dare adito a svariati tipi di interpretazioni, ma la cosa incontrovertibile e sulla quale non ci sono interpretazioni che tengano, è la tempistica di questa azione giudiziaria (ovviamente in ambito sportivo). Ci chiediamo come mai dopo mesi in cui i fatti erano al vaglio degli inquirenti (e non solo), si sia arrivati solo al termine (o quasi ) del campionato, momento cruciale dato che i vari piazzamenti in classifica devono ancora delinearsi ? Perchè assistiamo ad arbitraggi non all’altezza in queste ultime sfide decisive per le sorti della stagione? Perché qualcuno grida allo scandalo quando ad un tratto un uomo come Gennaro Gattuso che ha anni di professionismo alle spalle ad elevatissimi livelli, decide di denunciare con gesti pacifici il suo dissenso, rimarcando il fatto che Pisa è una piazza (come altre in Italia per carità) che ha il sacrosanto diritto di partecipare a un campionato professionistico e sentirsi tutelata al pari delle altre squadre in campo? Per questo ultimo interrogativo forse la risposta è più facile di quanto possa sembrare, avviene così ormai in tutti i settori, attività, mestieri e il calcio non ne è indenne. Credo che ormai viviamo in un paese in cui è preferibile essere “furbi” piuttosto che “intelligenti”, dove è preferibile agire alle spalle che dire le cose come stanno, dove arriva lontano solo chi riesce a compiacere di più il potente di turno. Invece Gennaro Gattuso ha avuto il coraggio di essere se stesso, ha avuto il coraggio di agire, di sottrarsi alle regole perbeniste di questa società falsa, gridando in silenzio la sua rabbia.
Le regole non dovrebbero essere solo quelle di non allontanarsi dall’area tecnica senza il permesso, le regole dovrebbero includere il rispetto per il lavoro degli altri e soprattutto per la passione di una città che per anni ha atteso il suo turno, e che adesso può spiccare il volo senza bisogno di piacere a tutti per forza.
Aurora Maltinti