Trasmettiamo comunicato firmato dal partito comunista di Livorno riguardante l’aumento della TARI:
La crisi economia ed occupazionale imperversa, le imprese chiudono, alcune dopo aver sfruttato uomini, donne e le risorse che il territorio aveva messo a disposizione, i disoccupati livornesi sono sempre più numerosi, le famiglie stentano ad arrivare a fine mese e i risparmi di una vita (chi li ha) cominciano ad essere usati per le necessità immediate; in molti casi, senza l’aiuto di nonni pensionati mettere insieme il pranzo con la cena è diventata un’impresa; l’emergenza abitativa e la povertà crescente sono sotto gli occhi di tutti; e il Comune grillino cosa fa? Se in campagna elettorale il simpatico Nogarin promette di abbassare tasse e imposte e di combattere l’evasione fiscale, alla prova dei fatti aumenta la tassa sulla spazzatura (Tari) a tutto danno delle famiglie, che subiscono aumenti che vanno dal 12% al 21% (in media da € 40 a € 60 euro in più a famiglia all’anno), e non prevede nessuna azione concreta per combattere l’evasione fiscale, cercando in particolare di recuperare immediatamente i grandi morosi (si parla di decine di utenze non domestiche non pagate, ciascuna delle quali supera il milione di euro).
Un Comune che china la testa di fronte ai grandi evasori, le grandi imprese, e di fronte alla Confcommercio che ha imposto al comune la diminuzione della quota Tari a carico delle imprese, portandola dal 51% al 50%. Quell’1% che manca è stato chiesto alle sempre più povere famiglie livornesi.
A differenza di quello che vorrebbero farci credere, si poteva scegliere un’altra strada in questa congiuntura economica: diminuire il carico di famiglie e piccole imprese artigiane e commerciali, spostando il peso sulle grandi imprese e soprattutto recuperare i pochi ma grandi evasori. Nulla di tutto questo è stato fatto a dimostrazione del carattere di classe dell’amministrazione grillina, forte con i deboli, debole con i forti.
Partito Comunista Livorno