Il cambiamento climatico è un processo minaccioso già in corso in ogni area del pianeta. Secondo gli scienziati è legato all’attività umana e in particolare all’uso di combustibili fossili: il carbone, il petrolio e il gas. L’aumento della temperatura media globale quindi è legata all’aumento delle emissioni di gas serra che stanno modificando la composizione dell’atmosfera. Nel bacino del Mediterraneo la temperatura media estiva è cresciuta di circa un grado negli ultimi cinquant’anni, parallelamente all’aumento del rischio di onde di calore estive. E’ quanto risulta dal recente studio dei ricercatori dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima e dell’Istituto di geoscienze e georisorse del CNR di Torino e dell’Istituto di geoscienze e georisorse (Igg-Cnr) di Pisa, il direttore Antonello Provenzale, ci ha fornito dimostrazioni sperimentali e osservative dell’identificazione delle aree più sensibili: Amazzonia, Sahel, Africa occidentale, Indonesia e Asia centro-orientale, sono le aree del mondo più interessate dal cambiamento climatico, che non è lo stesso in tutte le regioni della Terra. Questo può avere effetti importanti sugli ecosistemi, sulle produzioni agricole, sulla disponibilità di risorse idriche, sul rischio geoidrologico. Si registrano già fenomeni di scioglimento dei ghiacci polari, innalzamento del livello dei mari, desertificazione e fenomeni di acidificazione degli oceani. Anche il nostro Mediterraneo è coinvolto. Un accordo storico per la riduzione di emissione di gas serra Co2 è stato raggiunto nel 2014 tra Stati Uniti e Cina, con l’impegno di ridurre e contrastare il cambiamento climatico.
E’ indispensabile agire a livello globale ma anche locale. La città di Pisa è tra le capitale europea delle politiche di sostenibilità energetica, con il Patto dei Sindaci che coinvolge le autorità locali e regionali impegnate ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili nei loro territori, di cui capofila è Legautonomie l’associazione presieduta dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi che coinvolge 29 diversi Comuni d’Europa. A giugno scorso nel Parco Naturale di San Rossore oltre un centinaio di delegati provenienti da 26 paesi europei hanno firmato la “dichiarazione di Pisa” un documento programmatico proveniente “dal basso”, alla cui stesura hanno partecipato gli stessi amministratori dei parchi e delle riserve naturali, che sintetizza la visione per il futuro delle aree protette insignite del Diploma europeo, e che individua in particolare alcune specifiche esigenze e raccomandazioni per garantire un miglioramento della loro gestione: una gestione che sia capace di valutare nuovi approcci innovativi insieme alle comunità locali e da affrontare a livello globale. Ma il livello da cui partire deve essere quello più vicino ai cittadini, cioè quello locale di Comuni e Regioni che devono essere coinvolti e poter accedere al Fondo Verde. Il coinvolgimento e la consultazione dei cittadini si è espressa nel corso del “World wide views 2015″, organizzato dalla Regione Toscana come una tappa intermedia di consultazione dei cittadini, sui problemi del cambiamento climatico e la questione energetica, per il futuro della nostra regione e di chi la abita, in tutti i suoi aspetti, ambientali di tutela del territorio e della salute, ma anche economici e occupazionali di discussione per il futuro del Pianeta; sensibilizzazione e strategie, dunque, per andare verso la Conferenza mondiale sul clima di Parigi a dicembre, che sarà l’incontro per raggiungere un accordo globale vincolante di riduzione delle emissioni di gas serra in grado di contenere l’aumento della temperatura media globale al livello di non più di 2 gradi rispetto ai livelli precedenti alla rivoluzione industriale, necessaria e forte azione di mitigazione e quindi riduzione delle emissioni di gas serra, accompagnata dalla strategia e l’attuazione di un piano nazionale con risorse e interventi specifici per mettere in sicurezza il nostro territorio. Le strategie sono anche le azione dei sindaci e delle amministrazioni locali per rendere le città più intelligenti per fornire servizi con un uso efficiente delle risorse naturali e dell’energia di fronte all’impatto dei cambiamenti climatici, con attenzione alla strategia energetica nazionale e una politica industriale che promuove tecnologie e attività economica a basso impatto di carbonio. Ad Addis Abeba si è svolta la terza conferenza internazionale sul finanziamento allo sviluppo, un’occasione per governi e leader mondiali di fare progressi su una questione importante: definire fonti a lungo termine di finanziamento per aiutare i paesi in via di sviluppo far fronte agli effetti distruttivi del cambiamento climatico. Parigi ospiterà dal 30 novembre all’11 dicembre di quest’anno il vertice delle Nazioni unite (COP21) nel quale i 194 Paesi che hanno aderito alla convenzione sul clima dovranno raggiungere un accordo globale vincolante di riduzione delle emissioni, con l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei due gradi, rispetto al livello precedente alla rivoluzione industriale, che entrerà in vigore dal 2020, così come stabilito dal vertice di Durban.
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