Da mercoledì 15 a sabato 18 giugno la Stazione Leopolda accoglierà la prima edizione del progetto Pisa partecipa all’Operazione Mato Grosso, promosso dall’Associazione Don Bosco ONLUS con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Pisa, della Geofor e della Casa della Città Leopolda. Obiettivo del progetto è coinvolgere gli abitanti e gli studenti delle scuole superiori della città di Pisa nella promozione di una campagna di raccolta fondi a favore delle missioni dell’Operazione Mato Grosso attive in America Latina.
Inaugurata alla metà del XX secolo dal Padre Salesiano Ugo De Censi, l’Operazione Mato Grosso coinvolge attualmente più di cento missioni nelle parrocchie della Bolivia, del Brasile, dell’Equador e del Perù. Ogni anno un numero crescente di ragazze e ragazzi italiani trascorrono dei periodi di lavoro al servizio delle comunità locali come insegnanti, medici, infermieri, autisti, cuochi e operai, realizzando interventi in campo educativo, religioso, sanitario, agricolo e sociale. Per sostenere il funzionamento della missioni, l’Associazione Don Bosco organizza raccolte fondi, mercati e campi di lavoro estivi, attivando i laboriosi ingranaggi di un silenzioso quanto diffuso motore della solidarietà. L’Associazione commercializza inoltre in Europa e in Nord America i mobili realizzati artigianalmente nei laboratori di falegnameria presenti nelle missioni. Le risorse raccolte sono ripartite proporzionalmente in base al bacino di utenza e alle necessità delle singole missioni.
Il progetto Pisa partecipa all’Operazione Mato Grosso si articola in tre fasi. Il primo passo consiste nella conduzione di alcuni incontri da parte dei volontari del gruppo locale nelle classi delle scuole superiori della città di Pisa per informare le ragazze e i ragazzi delle attività svolte e coinvolgere ulteriori volontari. Successivamente i componenti dell’Associazione effettueranno (dal 13 al 16 giugno) insieme agli studenti che hanno offerto la propria disponibilità una raccolta porta a posta di oggettistica, soprammobili, porcellane, capi d’abbigliamento, accessori, giochi, libri, fumetti, dischi in vinile, CD musicali, DVD, VHS, piccoli elettrodomestici, che i cittadini vorranno donare. Gli oggetti selezionati saranno infine ceduti dietro versamento di un’offerta minima durante il mercato della solidarietà in programma da mercoledì 15 a sabato 18 giugno presso la Stazione Leopolda di Pisa. L’intero ricavato sarà distribuito alle missioni dell’Operazione Mato Grosso e utilizzato per aiutare le persone bisognose.
Con il progetto Pisa partecipa all’Operazione Mato Grosso sarà possibile coinvolgere i giovani in un’attività di volontariato concreta, trasmettendo i valori della solidarietà, della condivisione e della partecipazione attiva e sensibilizzando la cittadinanza alla cultura del riciclo e della valorizzazione di oggetti apparentemente inutili. Nell’intento di accrescere lo spirito di comunanza, i volontari consumeranno i pasti collettivamente. In orario serale è inoltre prevista l’organizzazione di alcuni momenti di condivisione con testimonianze dirette e occasioni di approfondimento e confronto sui temi della lotta alla povertà e della cooperazione allo sviluppo.
Come nasce l’Operazione Mato Grosso?
L’Operazione Mato Grosso nasce nel 1967, quando il padre salesiano Ugo De Censi, originario della Valtellina, lancia l’idea di una spedizione giovanile in aiuto di Padre Pedro, suo amico, responsabile di una piccola missione in Brasile. Al termine del soggiorno, di fronte ai gravi bisogni della popolazione locale, alcuni ragazzi decidono di fermarsi presso la missione. Gli altri, rientrati in Italia, non se la sentono di abbandonare i loro amici, iniziando così a lavorare nel tempo libero per raccogliere dei fondi da inviare alla missione e dando spontanemente vita all’Operazione Mato Grosso.
Quali aree geografiche risultano interessate dall’Operazione Mato Grosso?
Oggi sono attive più di cento spedizioni in Brasile, Perù, Ecuador e Bolivia nelle quali i volontari (giovani, famiglie, sacerdoti) prestano servizio a favore delle persone povere. Le missioni sono collocate soprattutto nelle aree più svantaggiate, sulla sierra a più di 3.000 metri di altitudine o nella selva. Alcune missioni si trovano nelle periferie delle grandi città, dove la precarietà, la desolazione e la violenza sono altrettanto estreme.
Quali attività svolgono le missioni in America Latina?
Nelle missioni si realizzano interventi in campo educativo, religioso, sanitario, agricolo e sociale attraverso la conduzione di case di accoglienza, ospedali e infermerie, case per bambini orfani, case per diversamente abili, asili, scuole, centri di formazione professionale, cooperative artigianali e rifugi in alta montagna.
Quante persone si recano annualmente in America Latina per lavorare nelle missioni?
Mediamente ogni anno quaranta giovani si recano per un periodo di lavoro di circa sei mesi nelle missioni dove emergono bisogni maggiori. Altri volontari partono per periodi più lunghi di uno o due anni, altri ancora vivono stabilmente in missione, rientrando in Italia ogni due anni e mezzo.
Quali sono le motivazioni che spingono i volontari a trascorrere un periodo di lavoro in America Latina?
Nata come azione collettiva, l’Operazione Mato Grosso rappresenta un cammino di crescita e misericordia, che crea tra i partecipanti un legame indissolubile. L’impegno lavorativo volontario permette di approfondire la conoscenza delle spedizioni in America Latina e dei volontari che hanno deciso di vivere in missione e di intraprendere un percorso di avvicinamento verso alcuni valori fondamentali: l’importanza dell’impegno sociale, il rispetto e la collaborazione, la sensibilità e l’attenzione verso le difficoltà altrui. Proseguendo lungo questo cammino i volontari maturano il desiderio di trascorrere un periodo di lavoro nelle missioni nell’intento di mettersi al servizio diretto delle persone povere e trovare un equilibrio coerente tra spirito di misericordia e stile di vita effettivo. Ecco spiegato il significato profondo dell’Operazione Mato Grosso: la condivisione, la conoscenza diretta della povertà e il lavoro in gruppo favoriscono un irreversibile processo di maturazione dei volontari, che tornano in Italia decisi a continuare con maggior slancio l’impegno per le persone meno fortunate.
È possibile partecipare alle attività di raccolta fondi svolte in Italia?
Ci sono molti modi per offrire un contributo restando in Italia. Innanzitutto è possibile donare il proprio tempo libero per svolgere piccole attività lavorative devolvendo il compenso percepito a favore delle missioni. Nei periodi di vacanza sono inoltre organizzati dei campi di lavoro dove i volontari possono condividere momenti di impegno e vita in comune. Gli amanti della buona cucina possonono infine partecipare alla realizzazione di qualificati servizi catering per matrimoni, battesimi, comunioni, feste in genere e raccolte di generi alimentari nei supermercati.