Pisa – 24 agosto 2016 Accogliamo con immenso piacere la notizia dell’ordinanza della Questura di Pisa relativa allo sgombero delle bancarelle di piazza Belvedere a Tirrenia. E’ questo il commento della presidente di ConfcommercioPisa Federica Grassini alla notizia dello sgombero della bancarelle di piazza Belvedere: “Una delle tante piaghe del nostro litorale, evidenziate negli anni da Confcommercio Pisa, uno scempio, una vergogna, un danno di immagine incalcolabile per Tirrenia e per tutti gli imprenditori che hanno continuato ad investire sul nostro litorale, pagandone ingiustamente le conseguenze. Una vergogna che ci auguriamo possa dirsi definitivamente risolta, per assurdo grazie alla perpetuata morosità degli ambulanti, più che ad un provvedimento specifico della nostra Amministrazione alla quale vorremmo rivolgere una lunga serie di domande. Ma come è stato possibile che i bancarellai in questione, abbiano potuto esercitare la loro discutibile attività per ben quattro anni, senza pagare il suolo pubblico? Ci chiediamo anche, come sia stato possibile che quattro di loro abbiano potuto farlo senza possedere alcuna licenza? Ci chiediamo pure perché ai nostri esercizi pubblici e negozi venga misurata quotidianamente l’occupazione del suolo pubblico con una precisione al centimetro e ai bancarellai di Tirrenia sia stato permesso negli anni, d’ingombrare l’intero marciapiede, tanto da obbligare i passanti ad uno slalom tra la merce appesa? Come è stato possibile che da delle licenze per vedita di libri, sia stata permessa la vendita di ciarpame e mercanzia con marchi di controllo qualità contraffatti? Quattro anni, quattro lunghe stagioni estive in cui le nostre attività del litorale, tutte senza eccezione, hanno sofferto le conseguenze di una crisi economica senza eguali, il forte degrado del contesto urbano, la presenza crescente ed incontrastata di abusivi arroganti che alimentano il mercato malavitoso della contraffazione, il problema inspiegabile della viabilità, della mancanza di sicurezza, l’incremento smisurato delle tasse da pagare, imprenditori che hanno visto drasticamente ridotti i loro proventi e che oggi apprendono dai giornali che i suddetti bancarellai hanno potuto lavorare gratis su superfici anche doppie rispetto a quelle concesse e vendendo merce per la cui vendita erano sprovvisti di licenza. Ma questa è giustizia? Non chiamateci “intolleranti” perché siamo esattamente il contrario: siamo degli stolti che continuano ad operare nel rispetto di una miriade di regole che evidentemente valgono solo per noi, schiavi della burocrazia, incapaci di ribellarci ad ogni tipo di ingiustizia che quotidianamente subiamo, spesso da chi da noi è stato scelto e pagato proprio per tutelarci. Chi pagherà l’ammanco di quei quattro anni di suolo pubblico evaso, di quel commercio abusivo? Credo che per molti di noi la soglia di sopportazione dei soprusi sia stata valicata. Vogliamo una politica anti-abusivismo rigida, decisa coraggiosa e la vogliamo subito!”