L’alluvione del 4 novembre del ’66, iniziata nelle prime ore del giorno a seguito di un’eccezionale ondata di maltempo, fu uno dei più gravi eventi alluvionali accaduti in Italia, e causò forti danni non solo a Firenze ma in gran parte della Toscana e, più in generale, in tutto il paese. Pisa non fu risparmiata dalla furia dell’Arno, anche se i danni riportati dai pisani furono inferiori rispetto a quelli del territorio fiorentino. A Pisa alle 18 le acque dell’Arno cominciarono a tracimare dalle cateratte e dalle paratie e sacchetti di sabbia posti sugli argini. Ad operare, a quel punto, fu il Genio dell’Esercito, che fece saltare con il tritolo l’argine del fiume a monte della città, furono rotti gli argini a San Donato, allagando le campagne e devastando ampie zone della città. Nove giorni dopo a sbriciolarsi, il 13 novembre 1966, sotto l’ira delle acque, fu il Ponte Solferino. E nel febbraio dell’anno dopo, a causa della pressione subita, fu tutto il lungarno Pacinotti a cedere.
A distanza dai 50 anni tante cose sono cambiate, dalla maggior consapevolezza sui rischi idraulici, alla realizzazione di interventi importanti, anche se ancora molto rimane da fare. Per ricordare quel tragico evento che è rimasto impresso nella memoria collettiva, si tiene a Pisa un ricco calendario di iniziative culturali e sociali: mostre, libri, cine-battello, esercitazione di Protezione Civile. Dopo la settimana di eventi organizzata da Unicoop tra Logge di Banchi e Arsenali Repubblicani e la campagna “Io non rischio” di sensibilizzazione sul rischio allagamenti, le iniziative proseguono venerdì 21 e sabato 22 ottobre con l’esercitazione di Protezione Civile sul rischio Arno con la simulazione dell’alluvione del fiume. Da sabato 29 ottobre a Palazzo Blu la mostra fotografica “4 novembre 1966 l’alluvione a Pisa” con le immagini dell’archivio Frassi di Giuseppe Meucci e Stefano Renzoni. Venerdì 4 novembre, giorno dell’anniversario, alle 17 in Sala delle Baleari la commemorazione ufficiale con la partecipazione degli Angeli del Fango e dei paracadutisti della Folgore che furono impegnati nell’opera di salvataggio dei beni culturali e nell’aiuto alla popolazione; a Palazzo Gambacorti la mostra fotografica “Festival Arno” a cura di Unicoop e al Bastione Sangallo, nell’ambito del convegno “Bellezza e Civitas”, la testimonianza dell’Architetto Franco Zagari angelo del fango. Sabato 5 e domenica 6 novembre al Verdi la prima nazionale de “Il filo dell’acqua. L’alluvione, le alluvioni” di Francesco Niccolini (tre spettacoli: sabato matinèe per le scuole alle 10, replica sabato e domenica alle 21). Sempre sabato 5 e domenica 6 novembre dalle 10 alle 16 nella Torre Santa Maria in piazza dei Miracoli la mostra fotografica “L’Arno e la Piazza, l’alluvione del 1966”. Lunedì 7 novembre alle 15.30 presso il dipartimento Civiltà e Forme del Sapere in via Paoli la presentazione del libro “Pisa e L’Arno a mezzo secolo dall’alluvione del 1966” a cura di Sergio Pinna dell’Università di Pisa. Domenica 13 novembre “A 50 anni dal crollo del Ponte Solferino”: alle 16.30 alla Chiesa della Spina la presentazione del libro “Il giorno del Diluvio” di Giuseppe Meucci. Alle 18 il cine-battello a cura dell’associazione Acquario della Memoria, con proiezioni sulle spallette e sui palazzi dei lungarni e crociere sul fiume con partenza da Arnovivo (lungarno Buozzi). Sabato 19 novembre alle 10 nella sala Baleari di Palazzo Gambacorti la conferenza “Allegorie dell’Arno e di Pisa nell’arte” a cura della storica dell’arte Cristina Cagianelli. Giovedì 24 novembre alle 9.30 all’auditorium del CNR il convegno “La Grande Alluvionale cinquant’anni dopo la catastrofe del 1966” con il geologo Mario Tozzi, l’ingegner Ottavio Zirilli e il vicesindaco Ghezzi. Sabato 14 gennaio alle 9 nella sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti “La testimonianza del volontariato”: convegno sul contributo e il sostegno che la Pubblica Assistenza ha dato per l’emergenza alluvione. E ancora da novembre a marzo concorso per le scuole elementari e medie inferiori. Il logo della manifestazione è stato realizzato dai ragazzi del liceo artistico Russoli.
«A distanza di cinquant’anni diventa più che importante ricordare quanto accaduto nella nostra città nel corso di un’alluvione che viene associata, più facilmente, alle sventure del bacino di monte. Pisa venne sfigurata e per sempre trasformata – spiega il vicesindaco con delega alla Protezione Civile Paolo Ghezzi – Il crollo dello storico ponte Solferino nel novembre del 1966 e il collasso dei lungarni del febbraio successivo furono danni paragonabili a un bombardamento in tempo di guerra. Il programma di eventi tende a recuperare anche questa memoria rivolgendosi soprattutto alle giovani generazioni cui desideriamo offrire spunti di ragionamento anche sulla sicurezza attuale del Fiume e del suo valore sociale, economico e ambientale».
«Recuperare il rapporto della città con l’Arno, rotto ieri dall’inquinamento e dal rischio-alluvioni: è l’impegno che prendiamo nell’anniversario, è l’obiettivo che abbiamo perseguito e sui cui dobbiamo continuare a insistere con coerenza – spiega il sindaco di Pisa Marco Filippeschi -. Il prossimo anno ci saranno avanzamenti sulla navigabilità dell’Arno, ci stiamo lavorando insieme alla Regione. Puntiamo a recuperare la fruibilità del fiume e delle golene, la seconda Biennale di architettura pisana sarà tutta dedicata al rapporto della città con il suo fiume. Ne verranno nuovi progetti e accelerazioni. Per quanto riguarda la riduzione del rischio di alluvioni, sono iniziati i lavori di potenziamento del canale Scolmatore, curati dalla Regione e svolti dall’azienda Sales, che ha vinto la gara per 15 milioni di lavori. Con i dragaggi daremo maggiore capacità al presidio idraulico più importante in caso di emergenza Arno. Sono in corso le bonifiche belliche e i tecnici ci dicono che entro la fine dell’anno sarà avviata la realizzazione del primo pennello della foce armata».