Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Comitato “Famiglia Scuola Educazione” di Pisa in relazione ad una iniziativa prevista per il Giorno della Memoria.
Siamo esterrefatti e preoccupati per lo spettacolo a cui il 26 gennaio, nell’ambito delle celebrazioni del Giorno della Memoria, in orario scolastico, molti studenti della maggior parte delle scuole superiori pisane assisteranno al Teatro di Pisa. Proposto (e finanziato?) dall’Assessorato alle politiche educative, all’interno dei progetti speciali “Educazione è cultura” del Comune di Pisa, e con la collaborazione di Amnesty International Italia, verrà messo in scena “Bent”, di Martin Sherman. Leggendo la trama disponibile in rete si incontrano, secondo noi, situazioni diseducative e totalmente inadatte a un pubblico minorenne. La storia si svolge infatti fra rapporti fisici e amorosi omosessuali, omicidi, necrofilia (nei confronti del cadavere di una bambina) e si conclude con il suicidio del protagonista. Presentare il suicidio come soluzione di fronte alle difficoltà è particolarmente rischioso per un pubblico di adolescenti, cioè di soggetti particolarmente portati all’emulazione. Ci sembra pertanto che ce ne sia abbastanza per sconsigliarne la visione a dei ragazzi. L’ambientazione nella Germania nazista e nei campi di sterminio è chiaramente un puro pretesto per sfruttare il Giorno della Memoria, in modo da diffondere ben altri messaggi e favorire l’indottrinamento di una cultura del pensiero unico, che schiaccia valori e sensibilità diverse. Non è giusto strumentalizzare le odiose vicende che hanno coinvolto ebrei, omosessuali, zingari, disabili e categorie discriminate in quel triste periodo della storia. Non crediamo che l’opera possa formare a una cultura della pace e del rispetto di chiunque. Ci chiediamo, inoltre, se ai genitori la trama sia stata presentata e se sia stato chiesto, in maniera corretta e dettagliata, il loro consenso informato, secondo quanto prescrivono le norme vigenti, che tutelano la funzione educativa della famiglia. Riteniamo infatti che i genitori debbano essere informati adeguatamente e in tempo sui contenuti delle proposte educative, e quindi liberi di far assistere o meno i propri figli a spettacoli all’interno dei quali sono trattati temi sensibili. Questi necessitano di un’accurata riflessione e rientrano, ancor prima che nelle competenze educative delle istituzioni scolastiche, in quelle proprie della famiglia. Come cittadini, inoltre, vorremmo anche sapere se e con quali fondi il Comune di Pisa finanzia uno spettacolo che divide, invece di unire, i cittadini nell’onorare davvero il Giorno della Memoria.
Comitato “Famiglia Scuola Educazione” – Pisa