Ricorre quest’oggi il quarto anniversario dalla scomparsa di Sergio Buso, portiere di buon livello negli anni ’70 e protagonista, nelle fila del Pisa, degli anni della risalita in A nel periodo d’oro della gestione Anconetani.
Nato a Padova il 3 aprile 1950, Buso cresce nelle giovanili dei biancoscudati, debuttando in prima squadra nel corso della Stagione 1968.69, conclusa con l’amara retrocessione in Serie C.
Tra i Semiprofessionisti, Buso disputa i tre anni successivi, prima come riserva dell’esperto Galassi, rilevandolo a difesa della porta patavina dalla stagione 1970.71 e, pur non riuscendo a contribuire al ritorno del Padova tra i Cadetti, le sue buone prestazioni lo pongono all’attenzione del Bologna che lo tessera nell’estate ’72 per completare la “rosa” dei portieri, già composta dal “vecchio” Battara e dal giovane Adani.
Ed anche se nel suo primo Campionato di A Buso non scende mai in campo, la sua dedizione ed applicazione in allenamento fanno sì che nel Torneo successivo – 1973.74 – egli “scavalchi” le gerarchie imponendosi quale portiere titolare dei rossoblù in quella che sarà la sua miglior stagione tra i Professionisti.
Difatti, oltre a collezionare 29 presenze su 30 in Campionato (debuttando nella Massima Divisione il 14 ottobre ’73 nella vittoria interna per 4-0 sul L.R. Vicenza), Buso è il grande protagonista della Finale di Coppa Italia disputata il 23 maggio ’74 all’Olimpico contro il Palermo (compagine di Serie B) dove si erge a difesa della propria porta impedendo ai rosanero di raddoppiare l’iniziale rete di Magistrelli. Raggiunto il pari proprio al 90’ su rigore trasformato da Savoldi, l’incontro si decide proprio dagli undici metri dove Sergio, sul punteggio di 3-2 per i siciliani dopo tre serie di penalty calciati, pare i due ultimi tentativi di Vullo ed Erminio Favalli così consentendo al Bologna di conquistare la seconda Coppa Italia della sua Storia ed, a livello personale, l’unico Trofeo in Carriera.
A dispetto di tale successo personale, la stagione seguente il ruolo di titolare viene assunto da Adani ed il “nostro”, avendo totalizzato solo 11 presenze, chiede il trasferimento accasandosi a Cagliari ad ottobre ’75 in una squadra che, purtroppo, vive gli ultimi “spiccioli di gloria” del trionfale Scudetto del 1970 ed il cui colpo di grazia viene dato dall’infortunio a metà torneo della sua “stella” Gigi Riva, con conseguente retrocessione in Serie B.
Da allora Buso inizia il suo peregrinare tra Serie B e C con le maglie di Novara, Teramo e Taranto (due volte), prima di venire scelto dal Pisa – alla soglia dei 30 anni – quale esperta “guida” al giovane Mannini, dopo l’addio di Ciappi a fine Campionato 1979.80.
E, sulle rive dell’Arno, Buso dà ampia prova della sua professionalità e spessore umano, dando un valido contributo nella stagione 1980.81 al buon piazzamento del Pisa al settimo posto collezionando 22 presenze e nel successivo, quello della prima storica promozione in A dell’Era Anconetani, lasciando spazio al maturato Mannini dopo aver disputato da Titolare le prime otto gare di Campionato.
Il ritorno nella Massima Serie non consente però a Buso di incrementare il suo bottino di presenze, in quanto nei due successivi anni sotto contratto con il Pisa è relegato al ruolo di “Dodicesimo” con Mannini titolare fisso in entrambi i Campionati senza saltare neppure un incontro, circostanza che però non lo mortifica, dedicandosi anzi con quella sua indiscussa dote di altruismo a fornire consigli ed aiuti in allenamento al suo più giovane compagno.
Con la scadenza del suo contratto a Pisa termina, di fatto, l’attività agonistica di Sergio, aprendosi quella di Tecnico, in cui si fa apprezzare su vari campi d’Italia come istruttore delle Giovanili (positive esperienze a Taranto, Modena e Bologna) e di Portieri, ma il meglio di sé lo fornisce come Vice Allenatore per la sua competenza tecnica, l’elevata professionalità e l’innata umiltà che lo fa essere prezioso collaboratore di chi lo ha al suo fianco.
E chi meglio di un altro Professionista Gentiluomo come Roberto Donadoni avrebbe potuto apprezzare queste qualità di Sergio, chiamandolo al suo fianco nell’esperienza alla guida della Nazionale nel biennio 2006-2008 concluso con l’eliminazione degli “Azzurri” ai Quarti di Finale degli Europei di Austria-Germania 2008 solo ai calci di rigore contro la Spagna poi Campione d’Europa, ma non il sodalizio con Donadoni, che lo volle al suo fianco anche nella sua esperienza di Tecnico al Napoli.
Buso avrebbe potuto dare ancora tanto al Calcio Italiano se una grave malattia non lo avesse strappato ai suoi familiari proprio alla vigilia di Natale 2011, all’età di 61 anni, ed ai suoi Funerali, svoltisi il 26 seguente a Taranto, città natale della moglie Sonia, erano presenti, tra gli altri, Renzo Ulivieri e lo stesso Roberto Donadoni.
A noi tifosi pisani rimarrai sempre nel cuore per quel tuo senso di appartenenza alla squadra, la tua indiscutibile professionalità ed il tratto gentile e signorile che sempre ti ha contraddistinto.
Un abbraccio, “Campione Gentiluomo” …..!!
Giovanni Manenti