A difesa di Roberto Alberti, noto intrattenitore turistico che con la sua amata bici Betsy porta a spasso i visitatori facendo loro conoscere le bellezze di Pisa, si sono mossi in molti in moltissimi. Al grido di “Io sono Roberto Alberti” la difesa si è levata dalla palestra giallo nera di Via di Padule, propriamente il nido degli aquilotti di San Michele, che sono stati i primi sostenitori di Roberto. Presto però il sostegno umano ha assunto i colori di tutto il Gioco in quanto il coinvolgimento è diventato totale rivolgendosi a tutte le squadre sia di Tramontana che di Mezzogiorno in una serata senza faziosità e senza appartenenze. Oltre a giornalisti e fotografi è intervenuta Valeria Antoni del Movimento 5 Stelle che aveva già manifestato nei giorni scorsi la sua solidarietà a Roberto sui social network. «Sono veramente commosso. È molto più di quanto mi aspettassi» ha dichiarato Alberti. «Ho ricevuto tantissimi messaggi positivi da amici, cittadini e anche dalle forze dell’ordine, ma purtroppo non dalle istituzioni. A Pisa serve legalità. Io mi trovo a lavorare in mezzo alla delinquenza, a chi vende merce contraffatta, ruba, scippa e fa risse. Inoltre vengo insultato e attaccato continuamente. Questo è inaccettabile. Stiamo distruggendo una delle più grandi risorse della città cioè il turismo. Io continuerò la mia battaglia per il diritto di vivere e lavorare serenamente. Sono determinato ad andare fino in fondo.» Il caso è di alcuni giorni fa quando il proprietario di questo risciò pittoresco definito pedicab viene preso in giro in maniera pesante da alcuni extracomunitari perché gay. Roberto Alberti, 47 anni e tanta passione per la propria città e il proprio lavoro è omosessuale dichiarato ed è stato uno dei primi a Pisa a rivendicare i diritti gay. E proprio per questo motivo è stato preso di mira da alcuni venditori abusivi e per circa sette mesi ha subito angherie, molestie alle turiste da lui trasportate e accerchiamenti inquietanti che hanno reso impossibile il suo lavoro. Si evince da questo episodio la necessità di un ripristino immediato della legalità e dei controlli sulla cittadinanza che esulino dal colore della pelle o dall’orientamento sessuale per poter solamente essere applicati e seguiti nei diritti e nei doveri.
A cura di Valeria Tognotti