Ultima di campionato, cala il sipario su una stagione da dimenticare, che ha lasciato ferite aperte e un addio struggente, quello di Mister Gennaro Gattuso, dopo due anni intensi alla guida della squadra nerazzurra. Nel calcio come in ogni lavoro, contano i risultati e quelli emersi sul rettangolo verde, non lasciano scampo ad interpretazioni: retrocede la guida tecnica insieme ai giocatori e alla società. Un boccone amaro da digerire visto i tanti sacrifici fatti per conquistare questa serie, tenendo conto che in pochi mesi si è distrutto un lavoro di anni. Trovare i colpevoli non è mai un atteggiamento giusto ma diventa doveroso quando nel mezzo ci sono i sentimenti di una piazza innamorata, come quella di Pisa, ma in questo momento servirebbe solo a lacerare quella ferita che a stento tenta di chiudersi.
Sinceramente questi due anni sono stati un tripudio di emozioni indimenticabili malgrado l’epilogo. Mi sembra doveroso nel momento del commiato, ricordare prevalentemente i momenti più belli, quelli che sicuramente ci accompagneranno nei momenti difficili di questo nuovo percorso appena iniziato. La promozione in cadetteria della scorsa stagione è stata una delle emozioni più intense che il calcio abbia mai regalato ad una piazza come quella di Pisa, avvezza più alle sofferenze che alle gioie. La finale di Foggia: l’essenza della grinta e della determinazione di un gruppo unito e coeso, e a farle da contorno una città impazzita di gioia. Ma il momento di esaltazione è durato un soffio, la realtà di una società assente e con problemi economici e legali ha rispedito la gente di Pisa a vivere una vera e propria agonia, il cui epilogo era forse già scritto. Gennaro Gattuso il timoniere, colui che ha preso il comando di una società allo sbando, si è sobbarcato la responsabilità di traghettare il Pisa verso una proprietà seria, ma nel frattempo il progetto sportivo naufragava. Dal campo Gennaro Gattuso esce sconfitto ma resta integra l’immagine dell’uomo che anche nei momenti più difficili, si è caricato sulle proprie spalle le responsabilità dell’insuccesso di tutti. Il divorzio tra il Mister e la società resta comunque sia, una ferita per coloro (e sono tantissimi) che hanno sempre apprezzato l’impegno, la grinta e la tenacia messa dal mister nel suo lavoro, con un attaccamento spesso definito da “guerriero pisano”. Ci piace congedarci da te, caro Mister, con questa immagine, quando al termine di Pisa-Ascoli la gente di Pisa, non potendo assistere alla gara, ha atteso te e i tuoi ragazzi per un saluto fuori dallo stadio: le tue lacrime furono, sono e saranno per sempre il segno del tuo amore per Pisa, un sentimento reciproco e indissolubile. Arrivederci Mister, ti auguriamo di raggiungere i traguardi che meriti! Buon viaggio!!
Aurora Maltinti