La campagna di ricerche, organizzata in collaborazione dal Comune di Pisa, dall’Università di Pisa e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno, prenderà il via il 12 giugno e terminerà il 28 luglio 2017. Gli obietti sono molteplici, ma avranno ricadute positive sulla città. Da un alto questa campagna permetterà di conoscere meglio la storia di questo monumento e quindi ricostruire uno spaccato della Pisa di epoca romana. Oltre a ciò, l’Amministrazione comunale prevede di inserire il monumento, nei percorsi turistici cittadini e nel progetto di riqualificazione dell’area tra i Bagni e il bastione del Parlascio. L’area degli scavi è quella compresa tra le Terme di Nerone e le Mura e non intralcia la viabilità.
«L’Amministrazione Comunale promuove, insieme all’Università di Pisa, un’indagine archeologica nell’area – spiega l’assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli – Si tratta di un investimento di 40mila euro, che servirà sia a scoprire qualcosa di più sulla nostra storia, sia ad avere gli elementi per ragionare sui recuperi previsti nella zona, in particolare la riqualificazione del Bastione del Parlascio che si legherà all’intervento effettuato sulle Antiche Mura con l’apertura del camminamento in quota e del nuovo parco verde intorno (pomerio). Gli scavi saranno anche un’importante esperienza didattica per gli studenti» continua l’assessore. A ciò da aggiungere la volontà dell’Amministrazione di approfondire la conoscenza della storia pisana di epoca romana «attraverso altre campagne di scavi, sempre in collaborazione con l’Università, nell’area tra San Zeno e Largo del Parlascio – spiega Serfogli e continua -. Stiamo pensando ad acquisire dall’Università alcuni terreni in quell’area, sotto i quali si trovano reperti di epoca romana. L’obiettivo è creare un parco archeologico tra San Zeno e Largo del Parlascio, a ridosso della cinta muraria». Naturalmente, un tale sforzo amplierebbe l’offerta turistica della città, attirando ulteriori visitatori.
L’Amministrazione, proprietaria del terreno su cui insistono le terme, investirà 40mila euro nella campagna, di cui 28 mila per la direzione scientifica delle ricerche e dello scavo archeologico dell’area delle “Terme di Nerone”, con le successive attività di redazione della documentazione e di studio dei reperti mobili; invece, è quantificato in 12 mila euro la messa in sicurezza e ripristino delle aree limitrofe alle “Terme di Nerone” a seguito dello scavo archeologico. La campagna di scavi è resa possibile grazie alla convezione siglata tra Comune di Pisa e Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, con l’obiettivo di creare collaborazione per la valorizzazione e lo studio del patrimonio artistico cittadino. «Dopo più di un secolo si realizza una scavo ai soli fini della ricerca – commenta la professoressa Maria Letizia Gualandi dell’Università di Pisa e direttrice scientifica degli scavi -. Gli scavi non solo ci permetteranno di sapere di più della storia romana di Pisa, sconosciuta ai più, ma anche di rispondere al “diritto al patrimonio artistico”, restituendo ai cittadini la conoscenza di questo monumento, che è fondamentale per saperlo valorizzare». L’interazione tra cittadini e cantiere sarà garantita dal sito web e dai canali social, in particolare la pagina facebook “Terme di Nerone – Pisa”, già attiva.
La Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno, svolgerà, per conto del Mibact, un ruolo di supervisor sulla campagna di scavi. «Inoltre, la Soprintendenza è interessata allo studio e alla catalogazione dei beni, oltreché vigilare sulle operazioni» afferma il soprintendente Andrea Muzzi. L’impianto termale noto come Terme di Nerone, databile tra I e II secolo d.C., costituisce l’unica testimonianza archeologica oggi visibile della Pisa di età romana. Gli scavi, condotti a più riprese a partire dal XIX secolo, hanno però messo in luce solo una porzione limitata dell’edificio, la cui planimetria è ancora in larga parte sconosciuta, così come poco note sono le diverse fasi edilizie del complesso. Perciò gli scavi serviranno a completare la planimetria delle Terme, a ricostruirne con una grafica 3D gli elevati, datarne le diverse fasi edilizie. Inoltre, lo scavo consentirà di recuperare nel terreno mai scavato informazioni sulla storia delle Terme dopo l’abbandono: trasformazioni e demolizioni medievali e moderne, le cui tracce sono state brutalmente cancellate dagli scavi novecenteschi, il cui unico obiettivo era riportare in luce i ruderi romani; e anche di scoprire che c’era prima delle Terme, prima cioè del I-II secolo d.C, scavando sotto i piani pavimentali dell’edificio, alla ricerca di resti di muri, pavimenti e strade della Pisa romana-repubblicana e, prima ancora, di quella etrusca. La campagna di scavi offrirà un’eccellente opportunità di stage per gli studenti dei corsi universitari di Archeologia, che completano la loro formazione con un’esperienza di scavo archeologico di alto profilo, utilizzando tutti i più moderni strumenti messi a disposizione dalla tecnologia e sfruttando le più diverse competenze scientifiche che solo una sede universitaria offre.
Le Terme sorgono in un’area nevralgica del centro storico, al culmine dell’asse Borgo-via Carducci e in collegamento (anche visivo) con piazza del Duomo, l’area a più alta vocazione turistica. Sono pertanto il luogo ideale per quell’operazione culturale d’avanguardia che è l’esposizione della ricerca. Nessuna barriera impedirà la vista dello scavo, anzi: camminamenti e pannelli permetteranno a chiunque di “entrare” nello scavo mentre lo si fa e di godere di visite guidate offerte dagli stessi archeologi. Le novità della ricerca saranno inoltre divulgate in tempo reale on-line, attraverso un sito dedicato e i social network.