Decine e decine di ettari di campi sommersi sotto dieci centimetri di acqua e fango, stalle, serre e capannoni completamente allagati, strutture, macchinari ed attrezzi danneggiati, impianti elettrici saltati: è il primo bilancio all’indomani dell’ondata di maltempo ha colpito pesantemente anche la Pisa agricola in un territorio dove il 10% del suolo, circa 232 chilometri, è a rischio elevato alluvione. Le maggiori criticità sono state registrate nella zona della Valdegola e nel san miniatese con numerose aziende allagate a causa dell’esondazione di fossi e canali. L’aridità dei terreni e la prolungata siccità ha evidenziato l’incapacità del suolo di gestire il flusso idrico provocando fenomeni molto diffusi di inondazioni. Dopo la siccità, con il 57% in meno di pioggia rispetto alla media stagionale, il maltempo ha aggravato la già difficile annata agricola delle imprese. A fornire il primo quadro della situazione post-maltempo è ancora Coldiretti Pisa che ha raccolto le segnalazioni delle aziende agricole. “Le precipitazioni – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa – per poter essere assorbite dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento mentre gli acquazzoni aggravano i danni e pericolo di frane e smottamenti. E così è successo questo fine settimane. Annose questioni come quelle dell’Egola, per esempio, sono purtroppo ancora irrisolte. Siamo di fronte al moltiplicarsi di eventi estremi per la tropicalizzazione del clima con l’alternarsi di caldo anomalo, siccità, bombe d’acqua, grandinate violente che hanno provocato danni alla produzione agricola, alle strutture e alle infrastrutture. Il caldo e l’assenza di piogge avevano già causato grandi perdite di raccolto e una infinità di problemi alle produzioni tipiche del periodo, la pioggia ha spazzato via, in alcuni casi, quello che era rimasto. Penso ai foraggi per gli allevamenti e agli ortaggi”. A tornare al centro delle cronache agricole sono ancora due casi emblematici: nella Valdegola dove diverse aziende hanno subito danni a causa dell’esondazione del torrente Egola. Tra le aziende messe in ginocchio l’azienda agricola di Francesco Lai nella frazione La Serra. L’acqua ha trascinato via gli ortaggi ed azzerato la produzione. Nella zona di Pontedera, sulla strada provinciale 26 per Santo Pietro Belvedere, è ancora l’azienda di Fabio Paperini, dove vive con la famiglia, a pagare il tributo più pesante. Paparini convive da anni ormai con un fosso “intubato” che passa sotto una strada confinante ai suoi terreni che non regge però la portata di grandi quantità d’acqua. “Proseguiamo la ricognizione dei danni alle aziende – conclude Aniello Ascolese, Direttore Coldiretti Pisa Livorno – condizione indispensabile per aprire un dialogo con la Regione Toscana e cercare di ottenere sotto forma di risarcimento un sostegno economico. La situazione, in tutta la provincia, resta complicata”. Per informazioni www.pisa.coldiretti.it