Pisa – Mercoledì 6 giugno dalle 19 alle 22 il Camposanto Monumentale di Pisa apre i battenti gratuitamente ai visitatori e alla città. L’Opera della Primaziale Pisana intende così festeggiare il ricollocamento in parete del Trionfo della Morte di Buonamico Buffalmacco e la conclusione di un ambizioso progetto: il salvataggio di quanto rimasto del grande ciclo pittorico che decorava un tempo il Camposanto Monumentale pisano. Il ciclo di affreschi del Camposanto Monumentale di Pisa, realizzato dai maggiori maestri del Tre e Quattrocento, è un’opera immensa costituita da quasi duemila metri quadrati di pittura. Danneggiati gravemente dai tragici fatti della seconda guerra mondiale, gli affreschi del Camposanto pisano, hanno vissuto una storia di restauro lunghissima, fatta di innovazioni e momenti di criticità, che ha visto generazioni di restauratori, ma anche di storici dell’arte e scienziati, avvicendarsi alla ricerca della migliore soluzioni per salvare questo patrimonio.
Gli interventi sono stati realizzati delle maestranze dell’Opera della Primaziale Pisana e, a partire dal 2009, con il controllo della Direzione Lavori presieduta dal professor Antonio Paolucci e con la supervisione dei capi restauratori Carlo Giantomassi e Gianluigi Colalucci. I nuovi responsabili da allora hanno proseguito il restauro e la ricollocazione in parete di molti affreschi già staccati, ma soprattutto hanno dato un contributo fondamentale per il restauro delle tre grandi scene del ciclo più conosciuto, quello di Buffalmacco: le Storie degli Anacoreti, il Giudizio Universale e l’Inferno e il celeberrimo Trionfo della Morte.
Il ciclo del Trionfo della morte fu uno dei primi ad esser stati realizzati, tra il 1336 e il 1341. Dipinto da Buonamico Buffalmacco, protagonista di tante novelle di Boccaccio, si compone di tre diverse scene: le Storie dei Santi Padri, il Giudizio Universale e l’Inferno e il Trionfo della Morte. E’ in quest’ultima scena che il pittore raggiunge la sua massima espressione, combinando diversi nuclei narrativi autonomi, funzionali alla rappresentazione del tema. Il primo vede, all’estrema sinistra, tre cadaveri improvvisamente scoperti da una brigata di giovani elegantemente vestiti, impegnati in una battuta di caccia; al centro un gruppo di storpi e mendicanti nell’atto di invocare la rapida fine che già ha raggiunto laici ed ecclesiastici al loro fianco; sulla destra, infine, si svolge l’amorevole conversazione delle cortigiane raccolte in un rigoglioso giardino. Su tutti incombe la morte, accompagnata da una schiera di demoni alati che lottano in cielo contro gli angeli per conquistarsi le anime dei defunti.
Anche la scena del Giudizio Universale è impostata su due livelli: Cristo e la Madonna in alto, affiancati dagli angeli e la sfera celeste, mentre nell’ordine inferiore i morti vengono divisi tra eletti, trattenuti alla destra di Cristo, e dannati trascinati nei gironi dell’Inferno. La narrazione prosegue con la scena successiva, le Storie dei Santi padri, ovvero gli anacoreti tentati nel deserto egiziaco dal demonio che si presenta in mille travestimenti.
Tutto il ciclo di Buffalmacco risente delle opere del trecentesco Domenico Cavalca, severo fustigatore di ogni vanità mondana, e mostrano sorprendenti affinità con le coeve creazioni di Dante e di Boccaccio. La vivacità narrativa e la vividezza dei colori, che caratterizzava tutte le pareti dei corridoi, catturavano l’attenzione dello spettatore, guidandolo in una continua riflessione sul tema della sofferenza. Un percorso spirituale che avviene in uno spazio chiuso, confinato dietro la severa cortina di marmo bianco che si affaccia sulla Piazza del Duomo.
Inoltre per l’occasione, dalle 14 alle 20 presso il Museo Delle Sinopie, l’Opera della Primaziale mette a disposizione un annullo filatelico e delle cartoline con foto del Trionfo della Morte.