Fattore religioso e dinamiche interculturali, a settant’anni dalla Carta fondamentale della nostra Repubblica. Si è aperto nel pomeriggio di oggi, presso l’Aula Magna della Scuola Superiore Sant’Anna, il Convegno “Costituzione, religione e cambiamenti nel diritto e nella società”, organizzato dall’Associazione dei docenti universitari della disciplina giuridica del fenomeno religioso (Adec), che vede a Pisa, per due giorni, oltre duecento docenti, studiosi e cultori di diritto ecclesiastico e canonico riflettere sul ruolo della religione nell’ordinamento giuridico e sulla presenza delle religioni nella società. “Le ragioni del Patto costituzionale sembrano essere abbastanza solide – ha detto nell’introduzione al Convegno Pierluigi Consorti, ordinario di diritto ecclesiastico e canonico a Pisa e presidente dell’Adec -, ma una riflessione si rende necessaria, dinnanzi all’incompiutezza del principio di bilateralità pattizia e alla paradossale persistenza della legislazione fascista, in materia libertà di religione”. Consorti ha anche messo in luce le connessioni tra il protagonismo giovanile del ’68 e le esigenze di riforma del diritto ecclesiale espresse con il Concilio Vaticano II: “dopo la stagione conciliare – ha specificato il docente – il diritto canonico si presenta come un cantiere aperto”.
La prima sessione, presieduta da Paolo Moneta, già docente di diritto canonico presso l’Università di Pisa, è stata aperta dai saluti dell’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto, del pastore valdese Daniele Bouchard, dell’imam Mohammad Khalil e del rappresentante della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni, Raimondo Castellani. “La Costituzione italiana è come Piazza del Duomo di Pisa – ha detto l’arcivescovo-, è di tutti, appartiene a tutti e tutti devono sentirsi a casa”. Per il pastore valdese, invece, i settant’anni della Costituzione, rappresentano l’occasione di ricordare l’importanza della “tutela del principio del pluralismo religioso nel nostro Paese, considerato che la Chiesa valdese è stata la confessione religiosa che ha aperto la strada alle intese tra le confessioni diverse da quella cattolica e lo Stato”. Così come un’intesa è stata anche stipulata tra lo Stato e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni, ha tenuto a sottolineare l’esponente di questa confessione. Mentre l’imam ha sottolineato la necessità che anche “la religione musulmana trovi adeguata protezione nell’ordinamento giuridico italiano, secondo lo spirito della Costituzione”.
Dopo il saluto interconfessionale si è entrati nel vivo dei lavori con le relazioni di Roberto Mazzola, ordinario all’Università del Piemonte Orientale (“Ordinamento statuale e confessioni religiose. La politica delle fonti del diritto in Italia”), Antonino Mantineo, ordinario all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro (“Diritto, società e religione. I settanta anni nell’Italia repubblicana”) e Carmela Ventrella, ordinaria all’Università “Aldo Moro” di Bari (“La Chiesa cattolica e le sfide della modernità. L’angolazione giuridico-istituzionale”). In questa prima giornata di lavori è stata annunciata anche l’Istituzione del Premio annuale “De Luca” per valorizzare i giovani studiosi della disciplina giuridica del fenomeno religioso, in onore di Luigi De Luca (1915-2004), primo presidente dell’Adec.