San Rossore (Pisa), mercoledì 17 aprile 2019 – Presentati agli agricoltori i risultati delle azioni in corso, rimborsate le aziende danneggiate. Catture, abbattimenti selettivi, manutenzione delle recinzioni: le operazioni in corso per il contenimento della popolazione di ungulati nel Parco hanno già invertito il tasso di crescita e permetteranno di arrivare entro due anni all’equilibrio corretto necessario per la protezione della vegetazione del Parco. “Azioni fondamentali per la conservazione di boschi e flora e per la salvaguardia delle aree agricole” spiega il presidente dell’Ente Parco Giovanni Maffei Cardellini. Tra tre anni, raggiunto il pieno equilibrio, sarà possibile tornare alla gestione ordinaria.
La situazione fino all’anno scorso – Tra il 2012 e il 2017, a causa dei problemi legati al bilancio dell’ente oggi risolti, le storiche attività di cattura degli ungulati si erano interrotte, così come rallentati erano gli abbattimenti selettivi. La popolazione di daini e cinghiali è cresciuta in maniera eccessiva rispetto alle caratteristiche ecologiche dell’area, con conseguenze negative per la vegetazione e per le aree agricole.
La ripresa delle attività e i primi risultati – Grazie al lavoro del professor Apollonio, che insieme ai tecnici dell’ente ha studiato con metodi e criteri scientifici la fauna selvatica del Parco, è stata definita la precisa densità territoriale delle popolazioni di daino e cinghiale nelle varie tenute, e conseguentemente sono state pianificate le azioni da effettuare per tornare entro i limiti di equilibrio ecologico. In questo primo anno, tra fine 2018 e inizio 2019, tra catture e abbattimenti selettivi la popolazione di cinghiali e daini è diminuita rispettivamente del 65% e del 40%. Dopo la pausa per il periodo riproduttivo, che porterà ad un fisiologico aumento del numero degli animali, le azioni continueranno con ulteriore efficacia, con l’obiettivo di tornare entro 2-3 anni all’equilibrio corretto come previsto dal piano. Sono inoltre partiti i lavori di manutenzione delle recinzioni perimetrali e delle alberature adiacenti, che contribuiranno a contenere gli ungulati all’interno della Tenuta e a contrastare la loro diffusione nel resto del territorio caratterizzato da numerose coltivazioni agricole. Sarà incentivata la filiera corta della selvaggina.
Il rapporto con gli agricoltori – L’ente ha riconosciuto legittime le richieste di indennizzo danni presentate per il 2018 da 13 aziende agricole e le ha rimborsate al 100% per un totale di 86mila euro. I vertici e i tecnici dell’ente Parco nei giorni scorsi hanno incontrato le associazioni rappresentative degli agricoltori (nella foto) per presentare questi primi risultati positivi; gli stessi agricoltori, nella preoccupazione per la sovrappopolazione di ungulati, si sono dichiarati soddisfatti per la ripartenza delle azioni di contenimento della fauna selvatica, e hanno espresso alcune proposte per continuare con più efficacia sulla strada intrapresa. Su questo aspetto l’ente ha assicurato non solo il mantenimento degli impegni per il contenimento dentro il territorio del Parco, ma anche, con il sostegno di associazioni e privati, di prendere parte ad una rinnovata interlocuzione con gli altri enti preposti alla materia.