Pisa, venerdì 30 agosto 2019 – “Il permesso a costruire è finalmente arrivato il 9 agosto 2019, mentre il 28 agosto 2019 è stato consegnato il cantiere alla Ditta vincitrice dell’appalto CEMES Spa, la conclusione dei lavori è concordata per il 31 maggio 2020.” Così si legge in un comunicato della Stella Maris, che prosegue: “Tale rapidità di consegna è stata possibile perché la gara di appalto è stata espletata tra maggio e luglio e l’assegnazione fatta nel Consiglio di Amministrazione del 2 agosto scorso, mentre l’intero importo era stato già stanziato sul bilancio preventivo 2019, approvato nel novembre 2018. Nessuna accelerazione sul cronoprogramma è dunque avvenuta su stimolo dell’USL come letto in questi giorni. Villa Giotto a Marina di Pisa ospiterà le attuali strutture di Montalto di Fauglia della Fondazione Stella Maris, ovvero la Residenza sanitaria assistenziale per disabili (RSD) e l’Istituto di riabilitazione (IRM). Si tratta complessivamente di 54 posti letto a ciclo continuativo ed 8 posti letto a ciclo diurno. Villa Giotto avrà elevati standard di accoglienza e disporrà di più ampi e migliorati spazi per la riabilitazione e l’assistenza alle persone con disabilità. Oltre alle due strutture (RSD e IRM) il complesso ospiterà anche nuovi servizi dedicati (tra cui un Centro di ricerca), con l’attuazione di terapie innovative per l’autismo, elaborate e messe a punto dai ricercatori dell’IRCCS Stella Maris. Villa Giotto rientra nel piano di sviluppo ventennale che la Fondazione Stella Maris ha varato nel 2004 per riqualificare, ristrutturare e anche costruire ex novo le strutture ospedaliere ed extra-ospedaliere che ospitano i pazienti con disabilità neurologiche e psichiatriche.
La storia di Villa Giotto inizia attorno al 2010, quando tramonta definitivamente l’idea di costruire una nuova struttura a Montalto di Fauglia (progetto presentato al Comune di Fauglia nel 2006), per difficoltà a trovare un accordo sulla convenzione necessaria. Proprio in quel momento perviene la proposta di acquisto di Villa Giotto da parte dell’Arcidiocesi di Firenze. Il preliminare di acquisto viene stipulato nel 2013, mentre l’atto conclusivo di acquisto verrà stipulato solo nel settembre del 2017, quando saranno sanate alcune irregolarità urbanistiche. Il costo di acquisto è fissato ad 1.500.000,00 euro. La ristrutturazione prevede, oltre all’intervento sull’edificio storico necessario per adeguamento alle norme sanitarie e anti-sismiche, anche la costruzione di un nuovo edifico nell’area attigua per adeguare la ricettività complessiva dell’Istituto ai numeri attuali. Il costo complessivo della ristrutturazione ed ampliamento è di oltre 4.500.000 euro. L’investimento complessivo della Fondazione Stella Maris sarà alla fine di oltre 6.500.000 euro. Negli ultimi due anni la Fondazione ha lavorato in modo febbrile per ottenere i vari e numerosi pareri ed autorizzazioni da parte degli enti preposti ed il permesso a costruire è arrivato finalmente in data 9 agosto 2019. Il tempo complessivo dei lavori sarà di circa 9 mesi per un totale di circa 3.600 mq.
Questo percorso è stato effettuato sempre con il massimo impegno, dovendosi rispondere a quanto si è letto in questi giorni: ossia che il pericolo di chiusura del Centro abbia in qualche modo accelerato l’iter del permesso, la cui tempistica è stata dettata esclusivamente dai tempi necessari della pubblica amministrazione, peraltro, nel nostro caso, sempre molto efficienti.
Soffermiamoci sui cambiamenti avvenuti nella sede di Montalto di Fauglia. Negli ultimi due anni è stato effettuato un programma di riorganizzazione delle attività che ha veduto il completo rinnovo del modello educativo di presa in carico dell’assistito. Questi i punti di forza del nuovo modello: 1. centralità della riabilitazione di struttura (concetto caro alla vecchia DGR 466/2001, oggi non più citato nella normativa che l’ha sostituita), incentrata su una rete affettivo-relazionale interna, caratterizzata dalle tre componenti affettività/professionalità/etica; tale riabilitazione è attuata col personale mediante un programma di apprendimento affettivo-relazionale finalizzato (tra i vari e diversi obiettivi) ad incrementare il pensiero riflessivo e l’identità gruppale del personale, curato da uno psicologo specialista dedicato; 2. cambiamento del modello educativo-riabilitativo da esclusivamente psicodinamico, quale quello del passato, a quello cognitivo-comportamentale, più adatto alla gravità degli ospiti, integrato però da qualsiasi modello di tipo diverso, attesa la varietà individuale delle patologie di cui gli assistiti sono portatori; le attività previste sono quelle educative sulle autonomie personali, cura dell’ambiente interno ed esterno, attività motoria adattata, fisioterapia, logopedia, percorsi multisensoriali, danzaterapia, agricoltura sociale, riabilitazione individuale, terapia occupazionale, ergoterapia, sostegno scolastico, incremento e mantenimento delle abilità cognitive, trattamento psicologico individuale e piccoli gruppi, trattamenti di CAA e ABA; 3. attuazione di percorsi formativi specifici con gli infermieri, i riabilitatori e gli educatori al fine di padroneggiare il nuovo modello, molto lontano da quello che avevano usato in passato ed al fine di informazione sulle normative di settore, percorsi formativi con gli assistenti con funzioni educative con l’obiettivo sia della riqualificazione della formazione di base (oltre 200 ore di formazione in aula) sia dell’acquisizione dell’approccio cognitivo-comportamentale. Speciale spazio è stato dato al tema dell’aggressività e dei comportamenti-problema (strategie di coping e token economy). Le ore di aule e numerose riunioni di reparto sono stati gli strumenti utilizzati; 4. deciso sviluppo dei programmi di integrazione socio-comunitaria con partecipazione ad attività sportive in collaborazione con l’ANPIS (Associazione Nazionale delle Polisportive per l’Inclusione Sociale), soggiorni vacanza sport (ad Andalo, a Pugnochiuso (Vieste) a Tropea), costituzione del gruppo sportivo SOLEALTO dei ‘ragazzi’ di Montalto con partecipazione periodica a tornei sportivi, partecipazione a concerti (Alvaro Soler e Pupo), a partire di calcio (Empoli), a numerosi momenti sociali quali grigliata in Pomaia, compleanni festeggiati allo Sporting club di Pontedera e pizzate ogni 15 gg., progetto Walking-Around with MOM & DAD, con l’affiancamento di operatori per i pazienti più difficili ecc.; ultimo evento è stata una raccolta fondi al Pappafico di Marina di Pisa che ha visto la partecipazione di 18 pazienti e molti familiari “ballando sotto la Stella Maris” con la partecipazione di circa 100 persone (sei operatori in turno e altri 10 in volontariato!); 5. Sviluppo di attività integrative alla riabilitazione quali la musicoterapia, l’attività di piscina, l’arteterapia e quelle col cane addestrato; 6. Adesione alla rete nazionale degli open day dell’ARIS con aperture periodiche della struttura alla cittadinanza. Ogni settimana è previsto un evento di promozione dell’inclusione sociale degli assistiti. Il modello di integrazione sociosanitaria che presiede alla rete di attività della struttura è quello previsto dalla norma originaria istitutiva che prevedeva prestazioni sociali a valenza sanitaria e prestazioni sanitarie a valenza sociale. Il pensiero ispiratore è che le due tipologie di attività sono interconnesse ovvero che le persone con le caratteristiche dei nostri assistiti necessitano in modo continuativo ed a tempo indeterminato sia di attività riabilitative sia di attività sociali in modo che i rispettivi programmi, finalizzandosi e potenziandosi reciprocamente, consentano il massimo di qualità di vita possibile per loro. Il trasferimento nella nuova struttura di Marina di Pisa, che verrà gestito dai nostri operatori esperti in stretta collaborazione con gli operatori dell’USL NO e con i genitori, anche sulla base della fondamentale esperienza del percorso psicologico di riadattamento già sperimentato con il trasferimento del Centro di Casa Verde, costituirà un primo punto di arrivo del nostro programma rifondativo, ed un punto di partenza per un futuro di miglioramento continuo della qualità della vita e dell’assistenza riabilitativa dei nostri ospiti. Desideriamo ringraziare, anche a nome del personale e della responsabile di struttura, dott.ssa Graziella Bertini, tutte le autorità competenti che ci stanno aiutando a raggiungere questo importante traguardo, nell’esclusivo interesse dei nostri assistiti.”