Come passare una serata d’inverno piovosa e fredda in una maniera diversa. Qui si crea la comicità di domani: eh, sì, perché al Teatro Eni, a Livorno sul Viale Ippolito Nievo, due giovedì al mese va in scena la succursale toscana del laboratorio Zelig. Certo, per noi toscani, sarcastici, pungenti, affilati, la battuta è uno stile di vita; e la risata è nel nostro dna. Ma anche per questo distinguersi non è facile. Occorre originalità, stile personale, vis comica e una certa eleganza per non scadere nel grossolano e nel volgare, rischio sempre dietro l’angolo. Ed è quello che sono riusciti a fare due lucchesi, Carlo Simonetti e Massimo Del Prete,in arte “Gli ultimi della fila”, ormai veterani del Lab. Una comicità stralunata , a tratti picaresca, che unisce musica e cabaret in un connubio esilarante. I personaggi che Del Prete interpreta sono maschere, liberamente ispirate a personaggi realmente esistenti, come spesso insegna la scuola comica toscana (Panariello, ad esempio); spontaneo l’accostamento con Gaspare e il compianto Zuzzurro. Simonetti invece, poetico, delicato, con la sua chitarra ricorda molto il primo Nuti e le sue ballate surreali. “Avrei voluto fare il cantante serio” dice Simonetti “poi ho visto che questa formula funzionava meglio”.
E funziona davvero. Ieri sera, all’uscita dal teatro, tutti cantavano la strofa “Voglio la badante rumena”. E questo è già un gran successo.
Anna Maria Andreini