Pisa, 30 luglio 2020 – A settembre parte il progetto di ricerca archeologica che, per tre anni, indagherà una delle aree più interessanti della città di Pisa: personale e studenti del Dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa saranno impegnati nello scavo e nello studio dei materiali che emergeranno dal giardino della chiesa di S. Sisto, situata in pieno centro storico tra via Pasquale Paoli e via Corsica, a due passi da Piazza dei Cavalieri. La ricerca rientra nelle iniziative finanziate con i fondi del Progetto di Eccellenza del Dipartimento.
Il gruppo di ricerca è diretto da Federico Cantini, professore di Archeologia medievale. Lo scavo è realizzato grazie alla disponibilità di don Francesco Barsotti (parroco di S. Sisto), che ha concesso l’uso dell’area. I cittadini e tutti gli interessati potranno seguire le attività attraverso il sito web www.sansistoproject.cfs.unipi.it e i canali social dello scavo (online da settembre) e, in occasioni particolari, potranno visitare il cantiere e incontrare gli archeologi.
La chiesa di S. Sisto in Cortevecchia fu fondata nel 1087, in seguito alla vittoria dei Pisani sulle città tunisine di Al-Mahdiya e Zawila e come tale destinata a custodire e celebrare le glorie della città. Già utilizzata per rogare atti dal 1110, fu però consacrata solo nel 1133. Il toponimo Cortevecchia, attestato già dal 1027 in associazione alla chiesa di S. Pietro (posta laddove oggi è la chiesa di S. Rocco), ha fatto ipotizzare agli studiosi la presenza nell’area del centro del potere pubblico altomedievale, forse già della curtis gastaldale longobarda.
Dalla cartografia storica lo spazio occupato dal giardino risulta da sempre libero da edifici, cosa che dovrebbe aver preservato le stratigrafie medievali e forse antiche, rendendola una zona della città perfetta per indagarne la storia e lo sviluppo urbanistico.
“Lo scavo del giardino della chiesa di S. Sisto rappresenta un’occasione importante per indagare con gli strumenti della ricerca scientifica un’area che ha rivestito un significato particolare nella storia di Pisa – commenta il professor Marco Gesi, prorettore per i rapporti con il territorio dell’Ateneo pisano – La città con la costruzione dell’edificio religioso in una zona che aveva sin dall’alto medioevo ospitato le strutture del potere pubblico volle infatti celebrare il ruolo di potenza marittima che aveva acquisito e stava consolidando. Ma il valore del progetto non risiede solo nella dimensione della ricerca e della formazione degli studenti di archeologia che saranno coinvolti. Una delle missioni fondanti del nostro Ateneo è infatti quella di comunicare al grande pubblico i risultati del lavoro di docenti e ricercatori, per fare della conoscenza un valore condiviso, in primis con chi abita e lavora nella città di Pisa. Per questo motivo il progetto prevede la creazione di un sito internet dedicato, dove saranno pubblicati i risultati degli scavi, visite al cantiere archeologico e mostre in itinere: attività che sono necessarie per creare una comunità sempre più ampia e consapevole del valore del sapere, unico vero strumento di crescita e promozione sociale.”
“Esprimo la mia più viva soddisfazione per questa nuova attività di ricerca archeologica intorno a un’area della nostra città di così estremo interesse – commenta l’assessore comunale alle attività produttive e commercio Paolo Pesciatini – Sarà l’occasione per approfondire la storia di Pisa attraverso un progetto rigorosamente scientifico e al contempo divulgativo che consentirà di condividere con i nostri concittadini e i nostri ospiti l’emozione della scoperta, che avvolge momenti così importanti per la conoscenza originaria e l’identità di una comunità come la nostra”.
“La nostra parrocchia – conclude il parroco don Francesco Barsotti – ha accolto con entusiasmo ed interesse questo progetto, perché è un’occasione importante per la ricerca archeologica e storica della città, e si configura inoltre come prima tappa di un percorso di riqualificazione del giardino e degli ambienti della parrocchia per la vita della comunità”.