Pisa, 20 ottobre 2020 – “Quando si prende una batosta elettorale un po’ di scossone è umanamente comprensibile, ma quello a cui stiamo assistendo poco ha a che fare con la politica e le dinamiche interne di un partito.” Così si legge in un comunicato di Olivia Picchi, consigliera comunale PD a Pisa, che prosegue: “Sembra evidente che si sia scelto Bargagna come vittima sacrificale. Una scelta singolare per due motivi: il primo per il risultato elettorale di Bargagna, a cui facciamo i nostri complimenti, che da ignoto consigliere comunale è il secondo in quota lega in tutto il collegio e praticamente a pari merito in città con l’assessora Gambaccini, ben più conosciuta e visibile.
Il secondo è che si sceglie Cognetti come capogruppo, a lui i nostri auguri di buon lavoro, che alla fine prevale su Colecchia con appena la metà dei voti del gruppo Lega. Non ci sembra una grande premessa per colui che dovrebbe essere una guida unitaria. Solo che a Cognetti era stata promessa la candidatura in consiglio regionale, venuta meno quella, si cercano premi di consolazione. Altro premio di consolazione lo ottiene il consigliere Pasqualino, al quale viene affidata una delega all’associazionismo del calcio, dello sport da spiaggia e agli impianti sportivi. Se le prime due rientrano nella delega allo sport che fa capo al Sindaco l’ultima invece riguarda le deleghe dell’assessore Latrofa. Dopo il tentativo di nominare Bottai come consigliere alla navigabilità dell’arno, questo è il secondo tentativo della Lega di arginare l’assessore di FdI reo di troppa indipendenza e visibilità.
La lega cerca in modo maldestro di sopire i malumori interni e nella sostanza arriva alla conta interna e la fa scontare all’amministrazione comunale. Anche la sostituzione di Donati fa capire quanto la Lega navighi a vista e si cerca, nella futura nomina di Leone, persone organiche al partito, come se questo dovesse garantire una più efficace azione amministrativa. Sarà presa a pretesto la sentenza della Corte dei Conti, ma la scelta è maturata ben prima e per note ragioni. E a proposito dei premi di consolazione è singolare l’accelerazione a cui si assiste in questi giorni sul cambio dello statuto del Teatro Verdi per introdurre la figura del direttore generale. Un ruolo di diretta scelta del cda su proposta della Presidente. Un ruolo importante che richiede specifiche capacità manageriali e che, per trasparenza, dovrebbe passare da un bando pubblico. Speriamo sia una figura scelta per meriti e esperienza e che non sia sufficiente avere la tessera in tasca del partito perché il compito che dovrà svolgere sarà centrale per il futuro del Teatro. Si apre il toto nomi con voci che si rincorrono che non fanno presagire nulla di buono.”