Test pre-season – A Cartagena buona la prima del ponsacchino Simone Sbrana, che nel 2016 sarà ai nastri di partenza del Trofeo Michelin Power GP in sella ad una Honda CBR 1000RR: “Sogno ma tengo gli occhi ben aperti”.
Un concentrato di energia. Nonostante le quindici ore di viaggio e gli oltre 1.635 km percorsi. Pisa–Cartagena, uscita autostrada, svegliarsi con il cartellone ‘Bienvenidos’ è un po’ come svegliarsi da un sogno. Un capodanno alternativo quello di Simone Sbrana, pilota ponsacchino classe 1994 che dopo aver concluso il trofeo Michelin Power GP 2015 al terzo posto classe ‘EVO‘, primo tra i Rookie e tra gli Under 23, per la nuova stagione punta deciso al salto di categoria: “Sarà un po’ come ripartire da zero. Mi sento come un bambino che ha tra le mani un giocattolo nuovo”. E poco importa se a fare da cornice alla prima presa di contatto con la Honda CBR 1000RR è una delle piste più tecniche della Spagna: “Prima di Natale ho ricevuto una chiamata del tutto inaspettata.
La Rehm Race Days (organizzatore del Campionato Europeo dei “pareggiamenti”, ndr) mi informava che ero stato selezionato per disputare quattro giorni di test a Cartagena, con pista pagata, come premio per i risultati ottenuti (una vittoria e un 4° posto, ndr) nei due appuntamenti di Misano e Mugello a cui avevo preso parte nel corso della stagione. Per me significava prima uscita in pista all’estero. Ero carico a mollettoni. Non fosse per un piccolo particolare: non sapevamo come venirci. Avevo già messo in vendita la Honda CBR600 ma non avevo ancora una sua sostituta. In pratica ero… senza moto. Sapevo solo che non volevo perdermi questa opportunità. Così abbiamo venduto subito la vecchia Honda per prendere questa e siamo arrivati qui senza neppure provarla, senza neppure metterla in moto una volta. Alla cieca”. Chiamatela follia, chiamatela passione. O semplicemente treno da non lasciarsi sfuggire, per una realtà caduta nel vortice dei costi esorbitanti. “Faccio il cameriere in un ristorante, so cosa significa in termini di impegno, di rinunce, inseguire il sogno di diventare un pilota professionista. Per una persona normale i sacrifici che si fanno per andare in moto sono diversi. E’ per questo che con la mia famiglia abbiamo deciso di ‘volare bassi’. Scegliendo un campionato alla nostra portata riusciamo a fare le corse senza privarci di grandi cose. Diciamo che abbiamo trovato un buon equilibrio”. Tipo semplice, teenager come tanti; musica e divertimenti nella giusta quantità. Con tutto l’entusiasmo dei suoi 20 anni, ma con i piedi ben piantati per terra: “Me lo chiedessero direi che correre per me è praticamente tutto. Ma so bene che difficilmente potrà trasformarsi in un lavoro vero e proprio, anche perché inizio ad essere grandicello. Fin quando mi sarà possibile, comunque, continuerò a rincorrere questa strada. Se tra dieci anni mi vedo ancora con casco e tutta in dosso? Non ne ho idea. Non me la sono mai posta questa domanda. Però pensare che a 13 anni scartavo la mia prima minimoto comprata al Carrefour… ed essere qui oggi… mi sembra già un grande traguardo”. Riavvolgiamo il nastro. Perché tra bilici infiniti e hospitality di lusso, c’è ancora chi vive nella semplicità di pane, salame e ricordi: “Sono sempre stato appassionato di moto, fin da quando sono nato… (pausa, ndr) anzi, più che per le moto in generale, direi per le gare. Ammiro Scott Redding, lo seguo da quando fece la sua prima gara in Moto2. Per me è il migliore in assoluto. Non saprei neppure spiegare il perché; forse perché lo trovo uno dei più stravaganti. Capelli tinti, guida spettacolare, uno dei primi gomiti sempre a terra. Uno fuori dagli schemi, sopra le righe… un po’ come me. Che ho iniziato a correre grazie alla mia maestra delle elementari. Gareggiava. E la cosa mi incuriosiva. Fu lei ad indirizzarmi verso questa strada. Poi una volta capitò di provarne una a noleggio. Ero tipo in 5a elementare… trovammo per caso una pista a Massa che noleggiava minimoto, solo che io non ero mai salito in sella prima di allora. Feci soltanto due o tre turni, mi piacque… ma poi non ne facemmo di niente. Passarono ancora un paio di anni prima di averne una tutta mia. Al Carrefour appunto, ne trovammo una in offerta, rigorosamente cinese, e fu addirittura mia mamma che me la regalò”. Niente minicross in giovane età, niente gare prima dei 14 anni: “La mia prima gara è stata due-tre mesi dopo, a Livorno. Ricordo che non la finii neppure: feci delle buone qualifiche ma al momento del via non mi partì la moto. Piangevo, ero incazzato nero”. La trafila delle formule minori, poi, fu d’obbligo: “Dopo le prime garette nelle categorie esordienti dovemmo scegliere tra Campionato e Trofeo Toscano. Optammo per lanciarci in una prova del Trofeo, che era un po’ più semplice, giusto per sondare il terreno. Un weekend perfetto… fino alla gara: partivo terzo; iniziò a piovere, noi non avevemo le rain, non avevamo niente… provai a girare con le slick ma fu un disastro totale e mi ritirai dopo pochi giri (ride, ndr). In quell’anno continuammo ad allenarci in vista del Campionato Toscano, a cui prendemmo parte l’anno seguente, inaugurando un triennio che ci vide spesso ai vertici. (Pausa, ndr). 2009 a parte: un anno di vera sfiga: andavo forte ma tra problemi tecnici, piccole rotture e cadute finii sì e no due gare su sei. Sono riuscito a rompermi un polso persino nel giorno del mio compleanno. A Ottobiano, in occasione della prova europea. C’è chi ricorda la spola di mio babbo tra bar e hospitality, io ricordo che quell’anno collezionammo più fratture che punti”. Il 2010 e il 2011, al contrario, possono essere catalogati come gli anni delle soddisfazioni più grandi: “Mi piazzai secondo nel Trofeo Centro Italia prima di vincere il Campionato Toscana UISP, sempre lo stesso anno, con la GRC RRZ. Fu l’ultimo anno, poi smisi con le minimoto. Scegliemmo di fare un anno (2012, ndr) di allenamento sul CBR 600cc. Niente gare, soltato uscite e pareggiamenti. Non avendo mai provato moto di grossa cilindrata volevamo arrivare preparati e con un po’ di esperienza sulle spalle all’avventura che avremmo intrapreso la stagione seguente. Per il 2013, infatti, mi iscrissi al trofeo Michelin Power GP: il mio primissimo anno di gare su moto ‘a ruote alte’. Neanche a dirlo: come debutto fu una catastrofe. Un po’ per l’emozione della prima gara, un po’ perché ricordo che si disputò su pista mezza asciutta, mezza bagnata. Condizioni non esattamente ottimali per chi, come me, non aveva ancora tanta confidenza. Moto nuova, piste nuove: tranne Misano e Mugello sulle altre non avevo mai girato. Eppure la gara successiva, Imola, riuscii ad andare abbastanza forte. 7a posizione… sarebbe stata come una vittoria se al penultimo giro non si fosse rotto il cavo del gas. Altro ritiro e altro zero in bacheca”. Il podio, nell’anno dell’esordio, fu come un miraggio. Ci riscattammo la stagione successiva: stesso Trofeo, stessa moto e una prima col botto. Tanto che a Misano chiusi subito 3°”. Emozione da urlo, specie per uno che, in quanto a prime volte, la fortuna non sembra saltargli esattamente addosso: “La prima cosa che feci fu un tatuaggio della Coppa con la data del mio primo podio. Non me lo aspettavo. Stare nella top five per noi sarebbe stato già un ottimo risultato. Volevamo iniziare da dove avevamo concluso. Invece, podio. Bum. Subito, la prima gara. La replica al Mugello, terzo appuntamento in calendario. Anche quella fu una grande soddisfazione, utile soprattutto per il morale visto che venivamo da uno zero, quello riportato – oltre ad una frizione bruciata – in occasione della seconda prova. Finii il campionato con tre podi e due zeri in cinque gare, con un’ultima al Mugello da brividi. Arrivai secondo alla bandiera a scacchi ma siccome a vincere fu una wild card i punti che presi mi portarono a chiudere primo in classfica. Fu una delle gare più belle: una battaglia epica, con 5/6 piloti racchiusi in pochissimi millesimi di secondo a giocarsi la vittoria fino all’ultimo. In più a vedermi c’era tutta la mia famiglia e ciò la rese ancor più speciale”. E di diritto tra le gare piu belle ci finisce anche l’ultima al Mugello di quest’anno: “Un po’ perché era la mia ultima gara col 600, un po’ per il duello da paura con Marco Savegnago. Siamo molto amici ma dovevo per forza arrivargli davanti per chiudere 3° in campionato: ne venne fuori una lotta serrata ma pulitissima, con tanto di complimenti a fine gara”.
Un vero e proprio elogio allo spettacolo: “Si vede che sono uno a cui non piacciono le cose semplici. Ed è per questo che, per il resto, considero la scorsa stagione una stagione un po’ piatta. Eppure di risultati ne abbiamo fatti, con ben quattro podi (tre secondi posti e due medaglie di bronzo, ndr) conquistati in sei gare. E’ stato un anno strano: andavamo forte, abbiamo abbassato notevolmente i nostri riferimenti cronometrici rispetto agli anni precedenti ma da una parte, il primo era praticamente imprendibile, dall’altra, riuscivo a fare il vuoto dietro di me. E io preferisco una adrenalinica volata finale che avere il terzo posto assicurato ma senza battaglia. Tanto che, se avessi carta bianca e mi chiedessero cosa voglio fare, risponderei senza esitazione o un trofeo del livello del Michelin in concomitanza con il BSB, mia grande passione, o un trofeo tedesco. Una competizione, in sostanza, dove veramente te la puoi giocare”. Insomma, per la serie AAA nuovi stimoli cercasi: “Dopo quattro anni di 600cc o cambiavo moto o cambiavo cilindrata. Dovevo per forza scegliere uno dei due. Abbiamo optato per il salto di cilindrata; persone nuove, tutto nuovo”. Tranne due cose: il numero 94 e l’immancabile presenza del papà Davide: “All’inizio avevo scelto il 25, che è il mio giorno di nascita. Poi, con le minimoto, mi sono trovato a disputare un campionato con il 25 e un campionato con il 94. Nel campionato con il 25 facevo schifo, in quello col 94, al contrario, andavo forte. Mi sono detto: “Sai cosa? Mi tengo il 94” che, banale, è comunque il mio anno di nascita. Mi ha accompagnato durante tutto il mio percorso da pilota. (Si ferma, riflette, ndr). Un po’ come mio babbo. Mi ha sempre appoggiato, è l’unico che ha visto tutte le gare che ho fatto, dalla prima all’ultima. Non fosse stato per lui non so se sarei arrivato dove sono adesso, eppure non posso dire di aver preso da lui questa passione. A me piacciono le gare, a lui (proprietario dell’Autocarrozzeria ‘La Fontina’, ndr) la meccanica. E io, nella meccanica, sono negatissimo. Mia mamma, invece, è venuta per la prima volta a vedermi l’anno scorso. Vedermi (si corregge, ndr)… diciamo che c’era. E’ rimasta chiusa in camper per tutta la gara, assistendo però alla premiazione”. Giustificate aspirazioni per tornare ad occupare un ruolo di primo piano anche per il 2016 le hanno lasciate anche questi primi test, conclusi con ottime sensazioni: “E’ stata un’esperienza sicuramente importante. Ho girato per la prima volta in una pista fuori dall’Italia, considerando anche che era dall’ultima gara al Mugello, lo scorso settembre, che non risalivo in sella. Moto nuova, pista mai vista, quattro mesi di stop alle spalle… all’inizio è stata un po’ dura ma se dovessi tracciare un bilancio di questi giorni direi che sono stati quattro giorni di test positivi. Con la moto ho avvertito subito un certo feeling: se a livello di peso e ciclistica le ho trovate abbastanza simili, la principale differenza rispetto al CBR 600 sta nella potenza del motore, che ti porta a guidare in maniera diversa. Io ho ancora lo stile di guida del 600 da cancellare, ma come prima esperienza possiamo essere soddisfatti”. E poi (scherza, ndr): “Confido sempre nel mio principale punto di forza: la staccata. Modestamente… stacco forte”. E, a proposito di modestia, per definire aspirazioni e possibili traguardi “meglio aspettare almeno la fine del primo turno di qualifiche. Ad oggi posso dire che spero di stare nei primi 7/8 ma non conoscendo i miei avversari, le loro potenzialità e non avendo riferimenti miei personali, mi è difficile stabilire possibili obiettivi”. Budget permettendo, “conto di riuscire ad organizzare almeno un altro test prima di quelli collettivi a Misano (il 19/20 marzo prossimi, ndr) e intanto mi godo lo champagne”. Con le premiazioni del Michelin PowerGP 2015 fissate per il 24 gennaio, in occasione del Verona al Motor Bike Expo 2016.