A chi crede nelle congiunzioni astrali, non sarà certo sfuggito il fatto che i due artefici del più bel Pisa degli ultimi vent’anni, vale a dire Gianluca Petrachi e Giampiero Ventura, siano nati entrambi il 14 gennaio, nel 1948 il Mister e, ventuno anni dopo, nel ’69, il Direttore Sportivo.
Dopo una più che dignitosa carriera da calciatore, con oltre 300 presenze al suo attivo, Petrachi inizia dal 2003 l’attività di Team Manager all’Ancona, per poi approdare al Pisa nel 2006 sotto la Presidenza Covarelli. Mai inizio fu dei migliori, poiché, con Mister Braglia alla guida in panchina, i nerazzurri conquistano la promozione in Serie B – categoria che mancava dalla stagione 1993.94 – al termine dei vittoriosi playoff con Venezia e Monza e, nell’approntare la rosa per la cadetteria, il primo tassello è quello dell’Allenatore, dato che Braglia si era accasato alla Lucchese.
Ed il primo nome che Petrachi aveva sull’agenda da proporre alla Dirigenza era proprio quello di Giampiero Ventura, con cui aveva condiviso una stagione – curiosità, proprio la 1993.94 – al Venezia, lui in veste di ala tornante (andando anche a segno alla 3.a giornata in Venezia-Pisa 3-2 …) e Ventura quale Vice di Maroso.
Ventura era reduce da un’amara esperienza in Serie B al Verona l’anno prima, allorquando subentrato in una situazione di classifica drammatica, riuscì a risollevare le sorti degli scaligeri totalizzando 37 punti in 24 partite (dopo che nelle precedenti 18 ne avevano raggranellati appena 11 …), salvo poi perdere lo spareggio salvezza con lo Spezia, ed era quindi desideroso di riscatto.
Non che la carriera da Tecnico di Ventura non fosse già stata foriera di soddisfazioni, in specie dopo la metà anni ’90, quando in due anni (1995.96 e 1996.97) condusse il Lecce dalla C1 alla Serie A e, l’anno successivo, approdato al Cagliari, conquistò nuovamente la Massima Serie, impresa ripetuta coi sardi anche nella Stagione 2003.04.
L’abilità nel valutare le potenzialità dei giocatori e le conoscenze di Petrachi fecero sì che in quell’estate 2007 giungessero a Pisa giocatori come Genevier a centrocampo ed il “trio delle meraviglie” in attacco, formato da un Castillo sino ad allora oggetto misterioso, un Kutuzov che sembrava già sul viale del tramonto ed un ventenne di belle speranze delle giovanili della Roma, tal Alessio Cerci.
Con questo materiale a disposizione, le aspettative dei tifosi pisani erano fondate al massimo su di una tranquilla salvezza e potete viceversa immaginare quale sia stato il misto tra incredulità e stupore allorchè, giornata dopo giornata, i nerazzurri si trovavano sempre più al vertice della Classifica e, soprattutto, inanellando super prestazioni e mettendo in mostra un gioco fluido e portato all’attacco che sbalordiva tutti gli addetti ai lavori, tanto da vedere un’Arena Garibaldi quasi sempre gremita al massimo della capienza.
Sono di quella stagione le cinque vittorie esterne consecutive iniziali, le undici totali a fine campionato (eguagliando il record assoluto stabilito dalla Juventus l’anno precedente …), punteggi altisonanti come i 4-1 esterni di La Spezia e Ravenna ed il 5-1 di Frosinone (altro record per la più ampia vittoria esterna della Storia nerazzurra …) e le 61 reti messe a segno, con Castillo che supera, con 21 centri all’attivo, il precedente record di Piovanelli quanto a realizzazioni in un solo Campionato.
Il sogno di una doppia scalata verso la Serie A si infrange – più che nella sconfitta al primo turno dei playoff contro il Lecce – sul doppio infortunio patito nel girone di ritorno dai partner d’attacco Cerci e Kutuzov (autori in stagione di 10 reti a testa …) che priva Ventura della sua arma micidiale, perdendo posizioni in classifica e conseguente addio ai sogni promozione.
Nella stagione successiva, dopo l’abbandono di Petrachi e la perdita dei giocatori di maggior valore, si intuisce che ben difficilmente potremo ripetere gli exploit dell’anno precedente, ma ciò nonostante in alcune circostanze il Pisa riesce a sciorinare prestazioni eccellenti (vedasi i doppi successi con l’Empoli, tra cui un 3-0 esterno da stropicciarsi gli occhi, il 2-1 al Parma di Guidolin e la vittoria, sempre per 2-1, nel derby con il Livorno …), finchè una deficitaria situazione finanziaria e l’allontanamento di Ventura dopo la sconfitta a Cittadella fanno precipitare il Pisa in una crisi irreversibile culminata con la retrocessione all’ultima giornata e la successiva manca iscrizione al Campionato di C1.
Ma le strade di Petrachi e Ventura erano destinate ad incontrarsi di nuovo, dopo un’ottima Stagione del Tecnico al Bari in Serie A (lanciando la coppia centrale difensiva Bonucci-Ranocchia …), con l’avvento al Torino, deciso a riprendersi il palcoscenico della Massima Divisione ed il “duo” fa subito centro al primo colpo, conquistando la Promozione in A al termine della Stagione 2011.12 alle spalle del fenomenale Pescara di Zeman (e di Verratti, Immobile ed Insigne …) e riportando i granata nelle prime posizioni della graduatoria negli anni seguenti.