Navacchio, 14 dicembre 2021 – Come tutti gli anni anche al Polo Tecnologico di Navacchio è arrivato il momento di fare i bilanci. A maggior ragione quest’anno, visto che la società è arrivata alla fine di un mandato triennale che aveva come principale obiettivo il risanamento economico-finanziario. Raggiunto questo risultato con un anno di anticipo, e – grazie al risanamento societario e all’impegno del Presidente e del Consiglio Provinciale – scongiurata la fuoriuscita della Provincia di Pisa dalla compagine azionaria, nel prossimo triennio l’obiettivo è quello di lavorare alla crescita e a un chiaro riposizionamento strategico.
Già nello scorso mandato l’idea di fondo è stata quella di andare verso una maggiore apertura al territorio, attraverso programmi di open innovation e education per la trasformazione digitale delle aziende del Made In Italy (concentrandosi su temi tecnologici e management dell’innovazione). Il tutto collegato agli storici asset del Polo di Navacchio, quali l’accompagnamento delle imprese al reperimento di risorse finanziarie per la loro crescita (pubbliche e private) e l’attenzione verso le startup fin da prima della loro nascita e alla loro connessione alle imprese più strutturate.
Un buon indicatore, infine, dello stato di salute del Polo è la presenza delle imprese: i suoi 20.000 mq, tra uffici e laboratori, sono tutti occupati: nel Polo gravitano 60 imprese, 7 laboratori di ricerca dell’università, una mensa, un asilo, un maker’s space, con una comunità di quasi 700 persone.
Soddisfatto Andrea Di Benedetto, Presidente del Polo di Navacchio, riconfermato per il suo terzo mandato. “Siamo orgogliosi del lavoro messo in campo in questo ultimo anno: in particolare abbiamo compiuto un’accelerazione verso un passaggio sostanziale, quello che porterà il Polo Tecnologico a diventare un vero e proprio Digital Transformation Hub, una piattaforma per la trasformazione digitale, che attueremo attraverso 4 canali: open innovation, education, startup e funding. Le aziende innovative del nostro ecosistema non possono essere semplicemente i clienti del Parco Tecnologico: costituiscono infatti una straordinaria offerta aggregata di innovazione da mettere a disposizione per la crescita del sistema produttivo della Toscana, e non solo.L’incredibile apporto di capitale umano proveniente dalle università e centri di ricerca del territorio ha infatti un potenziale innovativo spendibile senza dubbio a livello nazionale.
Dobbiamo innanzitutto arrivare alla creazione di un vero ecosistema toscano dell’innovazione: nel panorama nazionale la Toscana deve essere unita per essere competitiva, ed è per questo che dobbiamo concentrarci su azioni di sistema. Siamo già fortemente connessi con le università pisane, collaboriamo strettamente con il Contamination Lab, ospitiamo i CrossLab, laboratori del Centro Piaggio, Cubit.
Abbiamo costituito ieri la Fondazione ITS Prodigi, assieme a tante realtà della Toscana: le università, grandi gruppi industriali come Sesa, PMI innovative, Confindustria, CNA, scuole ed enti pubblici, che si occuperà della formazione di figure professionali in ambito digitale che sono fondamentali per la crescita delle nostre imprese. Siamo tra i promotori del Digital Innovation Hub Toscana.X, anch’essa cordata unica a livello regionale per quanto riguarda la call europea per i centri di trasferimento tecnologico.