Pisa, 3 marzo 2022 – “La guerra non è mai la soluzione, la guerra crea sofferenza e lascia tutti più poveri. Siamo tutti coinvolti in questo drammatico conflitto: per questo imprenditori, commercianti e professionisti dicono No alla guerra in Ucraina e sono disposti a metterci la faccia per ribadirlo con forza e convinzione”. Il presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Stefano Maestri Accesi lancia la campagna social #Noallaguerra promossa da Confcommercio Provincia di Pisa che coinvolgerà imprese, negozi e pubblici esercizi del territorio. “Stiamo distribuendo locandine e vetrofanie che i commercianti esporranno nella propria attività, con cui potranno scattare foto e selfie da pubblicare sui loro profili Facebook. In questo momento anche ogni piccola azione è importante”.
L’invito a tutti gli imprenditori è quello di partecipare attivamente “per lanciare un messaggio semplice ma diretto, con cui vogliamo esprimere tutta la nostra preoccupazione per una guerra che impone a tutti di riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale. Guardiamo con grande apprensione a quanto sta accadendo in Ucraina, in primo luogo per la perdita di vite umane e la disperazione che porta alle persone coinvolte, mentre a livello economico la nostra preoccupazione è alimentata dai due anni di pandemia che hanno messo a dura prova la sopravvivenza delle imprese”.
“Dopo il Covid non sentivamo assolutamente il bisogno di una guerra che arrivasse ad azzerare ogni speranza di ripresa” afferma il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli. “Gli effetti del conflitto si faranno sentire anche sui bilanci di imprese e famiglie, con un ulteriore rincaro dei prezzi dell’energia e delle materie prime, già saliti alle stelle dall’inizio del 2022. Nel turismo continuerà a mancare quella fetta di mercato che prima della pandemia portava più di 630mila turisti russi a pernottare nelle strutture toscane. Parliamo di numeri importanti, specialmente per le città d’arte come Pisa, che avevano ricadute anche su ristorazione e commercio, di cui abbiamo accusato l’assenza in questi due anni a causa della pandemia”.