Pisa, 25 marzo 2022 – “Rito mattutino, motore di idee ed energia e compagno insostituibile delle nostre giornate: il caffè è un simbolo del nostro stile di vita e appoggiamo con convinzione la sua promozione a patrimonio immateriale dell’Umanità”. Arriva dal presidente Fipe Confcommercio Pisa Alessandro Trolese il pieno sostegno all’iniziativa della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi Confcommercio per la candidatura all’Unesco del caffè espresso italiano, sottoscritta dal vicepresidente nazionale di Fipe Confcommercio Aldo Cursano in occasione della giornata nazionale del “Rito del caffè espresso italiano” di sabato 26 marzo.
“Solo in Toscana sono almeno 370 milioni all’anno i caffè consumati. Attorno al rito della tazzina al bancone è cresciuto il bar italiano, vero modello di socialità e accoglienza. A Pisa e provincia abbiamo 900 locali, che danno lavoro a 1.200 addetti e che contribuiscono quotidianamente a promuovere e valorizzare il territorio, che si parli di una città d’arte unica al mondo come Pisa o dei bellissimi borghi e paesi della provincia. Realtà che il mondo ci invidia e che abbiamo il dovere di difendere e promuovere anche attraverso l’attività di bar e locali, a maggior ragione dopo il periodo shock della pandemia che ha messo a repentaglio la sopravvivenza di questa modalità di consumo del caffè e degli stessi pubblici esercizi”.
“Stiamo cercando di rialzarci con fiducia e ottimismo” afferma Trolese “anche se gli effetti del Covid continuano a pesare, principalmente a causa del fortissimo freno imposto per oltre due anni a socialità e viaggi e del persistente ricorso allo smart working. Una miscela che ha fatto sparire dai bar migliaia di clienti, ma anche di lavoratori, con oltre 20mila occupati persi rispetto al 2019 a livello nazionale”.
Un’altra doccia fredda è arrivata con il rincaro di energia e materie prime: “Secondo le nostre stime nove imprenditori su dieci stanno registrando un aumento della bolletta energetica fino al 50% e del 25% per i prodotti alimentari, e il ritorno alla situazione pre-Covid è condizionato dagli sviluppi della situazione internazionale e del conflitto in Ucraina. Il quadro resta incerto e complicato, ma commercianti, titolari e gestori di attività continueranno ad assicurare professionalità e qualità dei prodotti, proprio come il caffè, senza alzare i prezzi, tanto più che oltre il 50% dei pubblici esercizi non prevede di rivedere al rialzo i propri listini”.