Pisa, 4 aprile 2022 – “Ancora una volta la giunta cancella la partecipazione. Assieme ad una città in comune avevamo chiesto che le controdeduzioni alle osservazioni fossero discusse nella commissione consiliare e tutto ripassasse dal consiglio comunale.” Così si legge in un comunicato del consigliere comunale Marco Biondi sul tema della destinazione d’uso e riqualificazione dell’ex caserma Curtatone e Montanara di Pisa.
“Ancora una volta – prosegue il comunicato – si preferisce decidere tutto nelle stanze chiuse senza ascoltare i cittadini e senza cercare una vera partecipazione.
Come Partito Democratico avevamo presentato numerose osservazioni a riguardo del Piano di Recupero dell’Ex Caserma Curtatone e Montanara, che andrà ad incidere, per come è stato progettato, in modo impattante sul tessuto del quartiere di San Martino.
Non ci stupisce che l’attuale amministrazione sia entusiasta di un progetto pesante che va a penalizzare i residenti di un quartiere che meriterebbe tutt’altro, dopotutto molti dei suoi maggiori rappresentati non abita nemmeno a Pisa e quindi non vive sulla propria pelle le difficoltà che incontrano i residenti.
Il progetto presentato non va nemmeno nell’ottica di riportare le famiglie nel centro storico, perseguendo la volontà di una città da 100mila abitanti, visto il numero spropositato di unità immobiliari di ridotte dimensioni, monolocali e bilocali, che non si adatta certamente alle famiglie.
Le nostre osservazioni vanno in un’ottica di tutela dei residenti del quartiere e di riconsegna degli spazi pubblici scoperti a tutti i cittadini.
Al contrario il Piano di Recupero presentato va nella direzione di creare un’area residenziale privata, un equivalente dell’area di Milano 2 realizzata da Berlusconi, nella quale la permeabilità delle aree scoperte pubbliche risulta oltremodo ridotta e disincentiva i non residenti ad entrarvi ed usufruirne.
Gli accessi all’area della ex Caserma e i percorsi di attraversamento e di collegamento con la viabilità pedonale, carrabile, ciclabile di quartiere non risultano adeguati a rendere realmente permeabile l’area ai cittadini. La stessa Soprintendenza, nel suo contributo, aveva chiesto che la piazza interna sia resa il più possibile permeabile al tessuto edilizio circostante.
L’accesso previsto da Piazza San Martini è un lungo corridoio, circa 60 metri, a forma di L pressocché non finestrato, che sicuramente non incentiva i cittadini a percorrerlo in quanto oltre ad essere scomodo per la sua lunghezza la percezione vista l’oscurità sarà di un percorse insicuro.
Inoltre, è prevista la chiusura degli accessi alle ore 20.00 per evitare i disagi agli utenti che occuperanno i vari edifici, in pieno contrasto con quanto viene scritto nella relazione in cui si descrive la volontà di realizzare un grande spazio pubblico centrale assimilabile ad una piazza di paese. Le piazze di paese non vengono certo chiuse ad una certa ora, in quanto la socialità e le relazioni tra i cittadini non hanno scadenze temporali, per questo abbiamo chiesto nelle osservazioni che sia rimossa la scadenza temporale per garantire la permeabilità degli spazi pubblici sempre, soprattutto nel periodo estivo dove le giornate risultano maggiormente lunghe e il piacere di vivere gli spazi esterni è maggiore.
Al contempo l’accesso, auspicato, da via Sancasciani è rimandato al futuro senza una certezza sulla sua realizzazione, proprio per questa avevamo fatto una specifica osservazione nella quale si chiede che l’accesso da via Sancasciani sia attuato contestualmente al Piano di Recupero e a cura dell’investitore.
Per quanto riguarda gli spazi scoperti dell’area non vi è attualmente nessuna previsione per una tipologia di verde interessante per la socialità ovvero il verde attrezzato, spazi allestiti con giochi per bambini, panchine, percorsi pedonali. Questi sono gli spazi maggiormente destinati alla fruizione da parte dei cittadini anche di quelli più piccoli, luoghi attorno ai quali si costruisce la comunità. Seguendo questa concezione avevamo chiesto che vengano previste e realizzate a cura del proponente del Piano di Recupero, attrezzature e giochi per bambini in corrispondenza delle aree verdi pubbliche.
Non si capisce per quale motivo si consenta di avere alloggi senza il doppio affaccio quando la legge non lo prevede, l’art. 43 della legge 457/78 non deroga rispetto al doppio affaccio necessario per un appartamento dal punto di vista igienico sanitario. Ci chiediamo per quale motivo un cittadino normale deve rispettare la normativa quando ristruttura la propria abitazione mentre in questo caso viene data una deroga per massimizzare il numero delle unità immobiliari da realizzare.
Chi vive e abita in San Martino ha ben chiaro che già allo stato attuale il quartiere risulta eccessivamente sommerso dalle auto con uno scarsissimo numero di parcheggi, molti dei quali ricavati in piazze che hanno di conseguenza perso la loro vocazione sociale e d’incontro ed andrebbero liberate dalle auto per tornare alla loro originaria funzione, basti pensare a Piazza San Martino, Piazza San Sepolcro e piazzetta Clari, per citarne alcune. Non si capisce perché venga consentito al proponente del Piano di Recupero di monetizzare dei posti auto andando di conseguenza ad aumentare il carico di parcheggi sul quartiere, oltre a tutto il carico sulla viabilità esistente inadeguata, considerato l’assetto viario di una città storica, che si genererà con le nuove unità immobiliari.
Questa era l’occasione di far realizzare una minore superficie utile al proponente per ricavare tutti i parcheggi necessari alle nuove unità immobiliari all’interno della perimetrazione del piano di recupero e di ricavare anche dei parcheggi pubblici per il quartiere per liberare dei beni storici come la Chiesa di San Martino e quella di San Sepolcro dalle auto, anche per una valorizzazione turistica e di rispetto storico.”