Al sindaco di Pisa Michele Conti, Al Presidente del Parco di San Rossore Lorenzo Bani, Al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Questi i destinatari di una lettera degli associati alla Proloco di Coltano per esprimere il loro parere favorevole all’insediamento dell’Arma dei Carabinieri negli edifici del borgo.
“Perché un paese ci vuole: così diceva Cesare Pavese e così la pensano i coltanesi – così il testo della lettera – Gentile Sindaco e Gentili Presidenti, vogliamo iniziare questa lettera scritta a nome e per conto di una grandissima parte di coltanesi (che anche ieri sera hanno partecipato numerosi ad un incontro in Villa Medicea per discutere tutti assieme sul futuro di Coltano), riprendendo un passaggio scritto da Cesare Pavese nel suo ultimo libro, ‘La luna e i falò’. “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. che crediamo descriva esattamente quello che è il legame quasi viscerale dei coltanesi con il proprio paese, fatto di amore per la campagna, di rispetto per la natura, di autentico orgoglio di abitare un borgo che ha contribuito a fare la storia mondiale con la stazione radiotelegrafica di Marconi e che, insieme a tutti gli altri borghi d’Italia, rappresenta la parte più genuina e semplice del nostro stivale. E proprio partendo da questo legame, credo possiate immaginare il sentimento di smarrimento e sconforto provato da molti di noi nel vederlo finire su tutte le cronache locali e nazionali, dove di Coltano è stato detto tutto ed il contrario di tutto senza minimamente tener conto di chi ci abita e ci vive. Certo capiamo benissimo che la valutazione “logistica” sulla base non può e non deve essere solo prerogativa di coloro che ci abitano, ma deve passare attraverso un percorso il più ampio e partecipato possibile, ma sinceramente in tutto questo bailamme di voci contrarie alla sua realizzazione (anche se la nuova ipotesi prevede un esclusivo recupero di volumetrie pre-esistenti e consumo zero di suolo) ci sarebbe piaciuto che fosse stata data voce anche a chi il borgo lo vive e lo ha vissuto negli ultimi decenni. Persone che si ricordano ancora di un paese contadino vivo e orgoglioso dei propri lasciti storici, della scuola elementare ancora piena dei bambini, dei lavoratori delle cooperative agricole che occupavano le stalle del Buontalenti con il loro vociare, della palazzina Marconi che era un cinema all’aperto, della festa del Maggengo, di un primo Maggio brulicante di persone che venivano a godere del fresco delle nostre pinete. Queste stesse persone sono state anche tristi spettatrici di un decadimento lento ma inesorabile del borgo: infatti venendo meno le esigenze originarie nessuno è stato in grado di dare nuova vita e nuove destinazioni a tutti questi bellissimi edifici che, senza più ragioni di utilizzo, sono stati abbandonati al loro destino ed oggi versano in uno stato di totale degrado. Molti in questi anni sono stati i tentativi da parte nostra di attenzionare le istituzioni sullo stato di abbandono del luogo, richiedendo alle stesse di considerarlo un bene primario sul quale dover reinvestire con specifiche risorse per la riqualificazione dei beni, ma fino ad oggi le nostre richieste non hanno mai avuto risposta positiva; nessuna nuova funzione, nessun recupero, nessun finanziamento. Oggi però si è presentata a tutti noi una grandissima opportunità in quanto l’arma dei Carabinieri necessita di realizzare un centro di addestramento ed ha individuato in Coltano la localizzazione ottimale. A dire il vero, inizialmente siamo stati molto scettici vedendo nella prima ipotesi di progetto proposta la realizzazione di un’opera estranea ed indipendente in uno spazio agricolo attualmente coltivato ma quando è stata paventata la possibilità di una progettualità diversa, più collaborativa ed attenta alle necessità del borgo, tutti noi abbiamo intravisto una possibile strada per la risoluzione dei nostri problemi. Infatti, se l’Arma dei Carabinieri intendesse concretamente integrarsi nel borgo, con la sua storia, le sue esigenze ed i suoi cittadini e contribuire fattivamente alla rinascita dello stesso, noi tutti coltanesi saremmo favorevoli ed orgogliosi di sedersi ad un ipotetico tavolo per contribuire alla pianificazione e realizzazione del progetto. Perché appunto come diceva Pavese e come la pensano i coltanesi un paese ci vuole e poi a dirla tutta fino in fondo storicamente l’arma dei Carabinieri è sempre stata parte integrante di Coltano, visto che il corpo dei Carabinieri di stanza a Camp Darby scelse proprio la nostra campagna per trasferirsi con le proprie famiglie e crescere qua i propri figli come ci auspichiamo possa avvenire per una seconda volta! Grazie Coltano 07/06/2022 Il Presidente Rosario Stefanucci”