Pisa, 24 gennaio 2023. E’ stata inaugurata ieri, lunedì 23 gennaio, nell’atrio di Palazzo Gambacorti, la mostra divulgativa “L’Olocausto raccontato dall’United States Holocaust Memorial Museum”, organizzata dall’Associazione Culturale Il Mosaico con il patrocinio di Comune di Pisa e Comunità Ebraica di Pisa. All’inaugurazione erano presenti tra gli altri il sindaco di Pisa, Michele Conti, il presidente della Comunità Ebraica di Pisa, Maurizio Gabbrielli, e il presidente provinciale di Anpi, Bruno Possenti. L’esposizione sarà visitabile gratuitamente fino al 30 gennaio tutti i giorni, esclusa la domenica, dalle ore 7.30 alle ore 19.30.
«Si tratta di una mostra molto importante – dichiara il sindaco di Pisa, Michele Conti – utile per far comprendere, soprattutto alle generazioni più giovani, quella che è stata la tragedia dell’Olocausto, una vera e propria follia che costò la vita a milioni di persone. L’iniziativa rientra in un più vasto programma di appuntamenti che come Amministrazione comunale, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Pisa, abbiamo realizzato per la Giornata della Memoria del 27 gennaio».
In esposizione nell’atrio di Palazzo Gambacorti il materiale disponibile e scaricabile dalla Sezione “Enciclopedia dell’Olocausto” del sito https://encyclopedia.ushmm.org/enz dell’United States Holocaust Memorial Museum (USHMM), il museo ufficiale dell’Olocausto degli Stati Uniti d’America a Washington, inaugurato nel 1993, che provvede alla documentazione, allo studio e all’interpretazione della storia dell’Olocausto. Inoltre la sua azione è dedicata a prevenire i genocidi, a difendere la dignità umana e a rafforzare la democrazia in tutto il mondo.
Il materiale è composto da brevi e sintetiche sezioni che raccontano la tragedia dell’Olocausto: un’introduzione, la Soluzione Finale, i ghetti, i campi di concentramento, i lavori forzati, l’Einsatzgruppen, le operazioni con il gas, le deportazioni, i campi di sterminio, i bambini e le donne durante l’Olocausto. Infine la sintetica scheda dedicata alle vittime dell’Olocausto: non solo ebrei, ma anche avversari politici, prigionieri di guerra, zingari, omosessuali, Testimoni di Geova, asociali, tedeschi con disabilità fisiche e mentali. Gli ormai noti triangoli di diverso colore cuciti sulla giacca consentivano di individuare con facilità la “colpa” di ciascun prigioniero.