Viareggio (Lucca), 10 febbraio 2023 – La “salute” economica dei territori della Camera di commercio della Toscana Nord-Ovest è stata presentata questa mattina nella Sala “Giovanni Montauti” della sede legale di Viareggio dal presidente dell’ente camerale Valter Tamburini alla presenza di rappresentanti delle istituzioni locali ed economiche delle provincie di Lucca, Massa Carrara e Pisa.
“I nostri territori, come del resto l’Italia e buona parte dell’Europa, si sono trovati, nel corso del 2022, al centro di una “tempesta perfetta”, con il manifestarsi di cinque fattori di crisi che non si erano mai registrati contemporaneamente e impensabili fino a poco tempo fa: quali la pandemia da COVID-19, lo scoppio della guerra in Ucraina e i nuovi scenari geo-politici, l’esplosione dei costi energetici, delle materie prime e della logistica, l’impennata dell’inflazione a livelli che non si rivedevano da oltre 40 anni, il blocco, a livello internazionale, di alcune filiere di approvvigionamento – ha spiegato Valter Tamburini, il presidente della Camera di commercio della Toscana Nord-Ovest – sfide che continuano a manifestarsi in queste prime settimane del 2023 e che, al momento, non lasciano intravedere una fine. Possiamo ritenerci contenti per questi dati positivi, nonostante alcune difficoltà in certi settori, alla luce della situazione nazionale ancora incerta, e ci auguriamo siano di buon auspicio per il futuro dell’economia dei territori della Toscana Nord-Ovest.”
I principali risultati emersi dal primo Rapporto Intermedio sull’Economia della Toscana Nord-Ovest, elaborato dall’Istituto di Studi e Ricerche (ISR), azienda speciale della Camera di Commercio, che analizza gli andamenti dei più importanti indicatori e dei settori più significativi delle economie delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa in relazione a buon parte dell’anno 2022 proponendo un focus sulle tendenze di lungo periodo delle nostre economie, osservando i mutamenti avvenuti all’interno del decennio 2011-2021 su alcuni aspetti fondamentali come demografia, imprese, valore aggiunto, export, lavoro, innovazione e turismo sono in larga misura positivi, nonostante la situazione geo-politica attuale.
Cresce il valore aggiunto, ma non siamo ancora sui livelli pre-crisi
Nel 2022 la ricchezza prodotta dal complesso delle tre province della Toscana Nord-Ovest (Lucca, Massa-Carrara e Pisa), secondo le stime di Prometeia, è cresciuta del 2,9%, mancando solo l’1% dai livelli pre-pandemia, gap che, al momento, sembra non si riuscirà a recuperare nel 2023. La provincia di Massa-Carrara ha messo a segno una crescita del 3,9%, Lucca è risultata poco dietro, al +3,7%, mentre Pisa ha faticato di più, con un +1,9%. La crescita del valore aggiunto della Toscana viene segnalata da Prometeia nel 2022 al +3,2%.
L’export traina i territori
Anche nell’anno appena concluso, un contributo decisivo alla crescita viene dalle esportazioni: nei primi 9 mesi i dati Istat provvisori segnalano che sono aumentate nelle tre province dell’area del +14% (in Toscana del +11%), recuperando oltre 1 miliardo di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli andamenti sono però differenziati: Lucca +19,7%, Pisa +22,3%, mentre note negative provengono invece da Massa-Carrara che registra una flessione dell’8,4% a causa del ciclo produttivo pluriennale di una importante impresa della meccanica. Tra i distretti produttivi più importanti dell’area, in crescita troviamo a Lucca quello cartario (pasta-carta +89%, articoli di carta e cartone +52%) e dei metalli (+28%), a Massa-Carrara quello lapideo (lapideo lavorato +22%, grezzo +2%), e a Pisa le due-tre ruote (+19%), la concia (+17%), la chimica (+66%) e la farmaceutica che ha raddoppiato i valori dell’anno precedente. Risulta invece in calo l’export di navi e imbarcazioni a Lucca (-8%, pur mantenendosi su valori storicamente molto elevati), i macchinari a Massa-Carrara (macchine generali -20%, altre macchine -39%) e a Pisa (macchine generali -3%).
Credito: avanti piano
Se l’export tira, non si può dire altrettanto per il sistema creditizio, il cui apporto al “finanziamento” del valore aggiunto locale non arriva al 100% (94%). I prestiti al sistema economico dell’area sono aumentati, nei primi 9 mesi del 2022, di un risicato +1,2%, con distinzioni significative tra province e tra tipologie di clientela: Banca d’Italia segnala in particolare una contrazione nei prestiti alle imprese lucchesi (-2,1%), mentre sia quelle apuane che quelle pisane registrano segni più nei loro andamenti creditizi, ma con valori molto circoscritti (rispettivamente +0,7% e +0,5%).
Riprende il movimento di persone e merci
Riguardo alle due principali porte di ingresso dell’area, l’aeroporto di Pisa e il Porto di Marina di Carrara, si segnalano flussi record nel 2022.
Secondo Assaeroporti, nel 2022 l’aeroporto di Pisa ha movimentato passeggeri in entrata e in uscita nella misura di quasi 4,5 milioni di unità, crescendo prepotentemente rispetto al 2021 (+125%), ma ancora in deficit rispetto all’anno pre-pandemia (-17%), quando si era confermato sui massimi dell’ultimo decennio. In altre parole, con il 2022 l’aeroporto è ritornato sugli standard di una decina di anni fa e ha superato l’annualità 2021 di ben 1 milione di passeggeri. Gliene mancano circa 900 mila per raggiungere il target del 2019.
Il porto apuano ha movimentato nel 2022 ben 5,5 milioni di tonnellate di merce (+60%), di cui 1,8 milioni in import (+30%) e 3,7 milioni in export (+81%). Si tratta di un traguardo mai raggiunto nella storia dello scalo marinello, visto che non si era mai andati oltre i 3,5 milioni, toccati proprio nel 2021.
Stabile il numero delle imprese dell’area
Nel 2022, gli andamenti delle imprese nell’area sembrano essere stati abbastanza favorevoli (+0,5%) e quasi in linea con la media regionale (+0,6%): tutte e tre le provincie registrano lo stesso tasso di crescita imprenditoriale (+0,5%). Aumentano le imprese di costruzioni mentre è in contrazione il commercio.
Cresce nel 2022 la domanda di lavoro
Sul fronte del mercato del lavoro, l’indagine sui fabbisogni occupazionali Excelsior ci segnala che le imprese dell’area hanno programmato assunzioni, nell’annualità 2022, per quasi 81 mila lavoratori, 10 mila in più di quelli programmati nel 2021, ma con un mismatching tra domanda e offerta di lavoro sempre più accentuato: le difficoltà di reperimento hanno infatti riguardato il 41% delle potenziali assunzioni, contro il 33% dell’anno precedente.
Artigianato e Cooperazione nel segno della stabilità
Nel 2022, la situazione dell’artigianato nella Toscana Nord-Ovest sembra essere di sostanziale stazionarietà le imprese fronte di una ripresa regionale (+0,4%). Nello specifico, sia a Lucca che a Massa-Carrara le imprese artigiane sono in linea con quelle dell’anno precedente, a Pisa sono cresciute appena del +0,3%. Tra il 2011 e il 2021 l’artigianato locale ha lasciato però sul terreno circa 1 impresa su 6, in termini assoluti -5.500 imprese. I dati più negativi si sono registrati a Lucca (-22%, a causa della flessione delle costruzioni e manifatturiero) e Massa-Carrara (-21%, a causa di costruzioni e servizi), mentre Pisa ha contenuto le perdite al -9%.
Discorso analogo per la cooperazione, nel 2022 si riprende leggermente a livello di TNO (+0,2%), a fronte invece di una diminuzione nel resto della Toscana (-1,2%). Differenti le evoluzioni territoriali: Pisa +0,6%, Lucca +0,5% Massa-Carrara (-0,8%). Nel decennio precedente l’area aveva perso il 10% delle cooperative (-12% a Lucca, -11% a Massa-Carrara, -6% a Pisa)
Edilizia in ripresa
La ripresa del settore a livello nazionale, spinta anche dai bonus governativi e dai primi effetti del PNRR, si è vista anche sui nostri territori, con una crescita del valore aggiunto del 14% nel 2022 rispetto all’anno precedente e addirittura del +26% rispetto al 2019. Il comparto a Lucca ha mostrato la maggiore dinamicità con un aumento del +18%; a Massa-Carrara è aumentato del +17%, mentre per Pisa l’incremento si è fermato al +9%. Cresce, nel 2022, anche il numero delle imprese che operano nel comparto.
Commercio ancora in difficoltà
Il commercio continua a soffrire nel corso del 2022 a causa delle ristrettezze economiche delle famiglie per caro vita e caro bollette (in una situazione di redditi sostanzialmente stabili) a loro volta influenzati dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Calano le unità locali del dettaglio fisso a Pisa -2,1%, Massa-Carrara -1,8% e Lucca -1,2%. Per quanto concerne la somministrazione, in parte legata al turismo, cresce a Pisa (+0,3%), in lieve calo a Lucca (-0,3%) e Massa-Carrara (-0,8%).
Si tratta di una evoluzione che si inserisce all’interno di un fenomeno di lungo periodo. Nel decennio 2011-2021, i nostri territori hanno infatti lasciato sul terreno complessivamente oltre 1.800 localizzazioni del commercio al dettaglio fisso, per la stragrande maggioranza operanti nel comparto non alimentare. Questa debacle, pari al -12% delle attività presenti nel 2011, è stata superiore anche alla media regionale (-10%). Questa perdita è stata ripianata solo parzialmente dalla crescita di 1.200 attività di somministrazione (+16%) e da una cinquantina di nuove attività cresciute nel comparto dell’ambulantato e dell’e-commerce.
Turismo in ripresa quasi ovunque
Secondo le elaborazioni di IRPET, su dati dell’ufficio regionale di statistica della Toscana, nei primi 8 mesi del 2022 la destinazione che più è cresciuta nella nostra area è stata la Piana di Lucca che ha visto quasi raddoppiare le presenze dell’anno precedente, diventando anche l’unico ambito turistico della Toscana Nord-Ovest capace di superare i livelli del 2019 (+2,3%).
A seguire, in termini di crescita, alcune destinazioni collinari/montane come le Terre di Valdelsa e dell’Etruria Volterrana (+35%), la Garfagnana (+32%) e, un po’ più in basso, la Lunigiana (+4,5%). Destinazioni collinari e montane a cui resta ancora da recuperare oltre il 10% delle presenze sul 2019. Ad una certa distanza, in termini di incremento, si posizionano quelle destinazioni per lo più costiere che hanno già recuperato nel 2021 i livelli prossimi a quelli pre-pandemici e che dunque nel 2022 sono cresciute in misura molto più ridotta: ci riferiamo nello specifico a Versilia (+16%), Riviera Apuana (+1%) e Costa degli Etruschi (+1%). Sono le destinazioni che alla fine della scorsa estate avevano già recuperato o erano prossime a raggiungere i livelli precedenti l’avvento del Coronavirus. Spicca il mancato rimbalzo dell’ambito Terre di Pisa, che con un +2,5% non riesce a ridurre significativamente un gap con il 2019. In questo caso, tuttavia, il risultato potrebbe essere influenzato da un ritardo nella comunicazione dei dati delle strutture ricettive, per cui occorre attendere il consuntivo di fine anno per esprimere valutazioni più compiute. A detta degli operatori, infatti, risulterebbe che l’annualità 2022 sia stata piuttosto positiva. Va tuttavia considerata la diversa “dimensione” in termini di presenze. Ad esempio la Costa degli Etruschi è il secondo ambito toscano alle spalle di Firenze, Terre di Pisa il quarto e la Versilia l’ottavo mentre le altre si trovano più indietro.
Agricoltura in leggero recupero, criticità a Pisa
Nel 2022 il valore aggiunto del settore primario è cresciuto del +1,5% rispetto all’anno precedente, con punte del +7,5% a Massa-Carrara e del +6,4% a Lucca, mentre a Pisa ha segnato un -2,3%. Riguardo alle imprese, nel 2022 il settore ha sostanzialmente mantenuto i numeri di 12 mesi or sono. Istat stima per il 2022 una crescita della raccolta di uva da vino a Massa-Carrara (+8%) e a Lucca (+2%) e una lieve contrazione a Pisa (-2%), che abbassa il dato delle tre aree (-0,2%). Riguardo alle raccolte di olive, la stima per l’anno appena concluso prevede stabilità a Lucca (+0,5%) e aumenti a Massa-Carrara (+7%) a Pisa (+16%).
Industria ancora in affanno
Nel 2022 il valore aggiunto di tale settore è diminuito complessivamente nei nostri territori del -1% rispetto all’anno precedente, in linea con la media regionale e con la sola Lucca che riesce a mantenersi sui valori del 2021, mentre sia a Pisa che a Massa-Carrara scende del -2%. I nostri territori devono complessivamente ancora recuperare l’8% del valore aggiunto industriale registrato prima del Covid, nello specifico, Lucca il 7%, Massa-Carrara l’8% e Pisa il 9%.
Toscana Nord-Ovest terra di innovazione
L’area Toscana Nord-Ovest ha un buon tasso di innovazione del suo tessuto economico ed è ai vertici della brevettazione toscana. Negli ultimi 10 anni nell’area TNO sono nate 700 imprese digitali (+37%), portando a fine 2021 la loro dotazione a 2.500 attività. Imprese che danno lavoro a oltre 7.000 addetti. Di queste 2.500 imprese, 1.150 si trovano a Pisa, oltre 900 a Lucca e quasi 450 a Massa-Carrara. La provincia di Lucca è risultata la più dinamica, avendo accresciuto le imprese digitali del +52% rispetto al 2011, a fronte di un +31% di Pisa e un +27% di Massa-Carrara.
Anche in termini di Start-up e PMI innovative i nostri territori giocano un ruolo importante sullo scacchiere toscano, con oltre 300 imprese che rappresentano il 3,5 per mille del tessuto economico locale (a fronte del 2 per mille regionale). L’impulso maggiore proviene dalla provincia di Pisa che gode di una presenza di imprese innovative pari al 4,5 per mille del suo tessuto economico (vi sono quasi 200 imprese di questo tipo nel pisano), Lucca ha una presenza relativa vicina alla media toscana (1,9 per mille), Massa-Carrara leggermente al di sotto (1,5 per mille).
Riguardo ai brevetti, secondo l’analisi effettuata da Uniocamere-Dintec sulla base dei dati pubblicati dall’EPO (European Patent Office), sono 1.194 le domande di brevetto pubblicate in Europa tra il 2008 e il 2021 da soggetti residenti nelle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa.
Prosegue il calo demografico
A novembre 2022, gli abitanti delle 3 province erano 985 mila, contribuendo al 27% della popolazione regionale. Negli ultimi 11 mesi, il calo demografico dell’area è stato del -0,3%, per circa 3 mila residenti in meno, di cui -1.000 a Massa-Carrara (-0,5%), -1.350 a Lucca (-0,4%) e -600 a Pisa (-0,1%). In particolare, si può parlare di emorragia demografica nella provincia di Massa-Carrara, che in 10 anni ha perduto circa il 7% dei residenti (-14 mila unità). La provincia di Lucca ha contenuto la perdita al -3,3% mentre la provincia di Pisa è rimasta sostanzialmente sui livelli di dieci anni fa.
In linea generale, la popolazione residente nelle tre province è invecchiata di un paio d’anni rispetto a dieci anni or sono. Bassa natalità e speranza di vita più elevata sono alla base di questo fenomeno.