Capita spesso che i grandi cambiamenti si trasformino in nuove opportunità nell’esistenza di ognuno, facendo scoprire specifici talenti che non si sapeva di possedere e azionando un percorso di consapevolezza, da condividere con altri. È quello che è accaduto a Maria Grazia Del Puglia, poetessa che vive a Pisa. La sua è stata una vita occupata tra la famiglia e l’insegnamento, almeno fino al pensionamento, quando si è accesa la fiamma della scrittura, subito alimentata dal preciso desiderio di recuperare memorie storiche, familiari e personali, accadute nei suoi luoghi del cuore per custodirle nelle pagine di un libro.
Sono nati così i libri di Maria Grazia, tutti dotati di valore storico rilevante. Centrale è il dato biografico della sua nascita durante la seconda Guerra Mondiale nella campagna senese, che ne ha influenzato tematiche, passione documentale e obiettivi di scrittura.
Nonostante l’inclinazione per la scritta parola sia recente (il primo libro pubblicato è del 2012), l’autrice ha collezionato importanti soddisfazioni in ambito letterario, tra cui l’amicizia poetica con il maestro Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Premio Nobel Salvatore Quasimodo. Il maestro, già intervenuto alla presentazione del precedente libro “Sogno o realtà” durante il festival “Il Federiciano” nel 2019, è curatore della prefazione di questa nuova opera, “La mia antica Ortensia”, pubblicata sempre con i tipi della Aletti Editore.
«Mi sono commossa a leggere le parole di Alessandro Quasimodo – ha commentato l’autrice -. Lui ha arricchito il mio pensiero definendo l’ortensia “simbolo di rinascita e rinnovamento” e puntualizzando come “L’aggettivo antica permette di saldare il passato al presente”».
Anche per la pubblicazione di questo nuovo lavoro, galeotto fu un cambiamento sconvolgente, che riguarda però le vite di tutti. La pandemia. All’inizio, proprio a causa dell’emergenza coronavirus, Maria Grazia aveva declinato la pubblicazione, salvo poi cambiare idea, arrivando a coinvolgere nel progetto la sua amica, la pittrice senese Paola Marzi. In due, il libro non era più soltanto un libro, ma un tentativo di rinascita portato avanti insieme.
«Per tanto tempo non ci eravamo sentite ma la situazione ci aveva fatto ritrovare: ci sentivamo quasi giornalmente. Lei mi inviava i suoi acquerelli. Io, i miei versi».
L’incontro felice tra le poesie dell’autrice e le tempere di Paola Marzi, esempio concreto di resilienza, della capacità di saper fronteggiare gli urti della vita senza lasciarsi degradare dal di dentro, ha permesso al libro di partecipare alla rassegna pisana “Un fiume di libri in piazza Cavallotti”.
«Penso che questo lavoro sia una testimonianza importante del coraggio e della volontà di una persona anziana, insieme all’amica pittrice, di costruire questo libro per esprimere riflessioni, malinconie e speranze sorte in tempo di Coronavirus» ha concluso l’autrice.
Una poesia diaristica e delicata, fatta di linguaggio essenziale e nitido, grazie alla quale Del Puglia ha trovato il modo di abbracciare il futuro, con rinnovata fiducia. Come emerge anche dai versi conclusivi della poesia che dà il titolo al volume: “Grazie mia ortensia/mi offri ancora un filo/di speranza/ in queste cupe giornate/ senza fine”.