Creare un archivio digitale on line per riunire le voci dell’Italia durante il primo conflitto mondiale: soldati, propaganda ufficiale, giornali, élite intellettuale o popolo E’ questo l’obiettivo di “Voci della Grande Guerra”, un progetto finanziato dalla Presidenza Consiglio dei Ministri nell’ambito delle celebrazioni centenario del 1914-18 che nei prossimi diciotto mesi impegnerà l’Università di Pisa, l’Accademia della Crusca, l’Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” del CNR e il Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche Storico-Militari con sede all’Università di Siena.
“La creazione di questo archivio consentirà di capire e di indagare il modo in cui gli italiani hanno sentito e raccontato la guerra e di come il conflitto abbia a sua volta mutato profondamente il linguaggio – ha spiegato Alessandro Lenci del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa – e non a caso il corpus di testi verrà anche utilizzato per lo sviluppo del Grande Vocabolario dell’italiano post-unitario in cantiere presso l’Accademia della Crusca, sotto la direzione del professore Claudio Marazzini”.
Il progetto, che vede anche coinvolto il professore Nicola Labanca dell’Università di Siena, uno dei maggiori esperti sulla storia della prima guerra mondiale, raccoglierà e metterà a confronto per la prima volta una grande varietà di materiali alcuni dei quali mai digitalizzati prima. Infatti, nonostante siano già disponibili archivi digitali della Grande Guerra, questi tipicamente sono limitati ad un unico genere come ad esempio la diaristica. In questo caso invece saranno riuniti testi provenienti dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, dal Museo storico italiano della guerra di Rovereto e dal Museo storico di Trento, raccolte inedite dagli Archivi della scrittura popolare, la serie completa degli Atti parlamentari, articoli da quotidiani come “La Stampa” e il “Corriere della sera” e altri che saranno appositamente digitalizzati, ma anche riviste di particolare interesse come ad esempio i cosiddetti “giornali di trincea”, pubblicati appositamente per le truppe combattenti. Il corpus coprirà l’arco dal 1914 al 1918, per analizzare l’impatto immediato della guerra sull’evoluzione della lingua, così come le diverse modalità di rappresentare la guerra nelle varie fasi del conflitto, ad esempio prima e dopo la disfatta di Caporetto. “Alla fine tutti i materiali saranno disponibili on line – ha concluso Alessandro Lenci – e grazie all’uso di tecniche avanzate di linguistica computazionale, web semantico e visualizzazione dell’informazione sarà possibile fare ricerche semplici, efficaci ed innovative in modo da far conoscere e apprezzare la polifonia delle voci dell’Italia in guerra”.