Riceviamo e pubblichiamo la posizione dell’Associazione “Amici di Pisa” circa il riconoscimento alla città di Pistoia quale capitale della cultura italiana 2017.
“E’ notizia di poche ore fa che il titolo di capitale della cultura italiana 2017 sia andato alla città di Pistoia e di ciò non possiamo che rallegrarci in quanto era una delle due città toscane partecipanti al concorso; l’altra era Pisa che aveva già partecipato ad altri prestigiosi concorsi vinti da Matera ( capitale europea 2019 ) e Mantova ( capitale italiana 2016l). Prima o poi anche la nostra città vincerà qualche concorso, magari producendo sponsor più accreditati ed influenti. Ma ciò che lascia veramente perplessi è l’annuncio che molto probabilmente gli uffici della Motorizzazione Civile di Pisa saranno trasferiti a Livorno o Lucca perché l’ amministrazione pubblica non può più sostenere l’affitto annuale ( pare 180.000 euri ) dei locali in cui opera. A questo punto, al di là della condivisione del progetto di una razionalizzazione delle spese della PA, naturalmente se ciò con crea disagi ai cittadini, ci domandiamo se non fosse stato possibile utilizzare gli enormi spazi lasciati vuoti dalla dismissione delle caserma pisane e di altri locali da tempo sfitti e non utilizzati e quindi certamente con affitti più abbordabili.
Quest’ultima possibilità di trasferimento di uffici pubblici pisani in altre province si aggiungerebbe al probabile accorpamento della Prefettura di Pisa a quella di Lucca, già paventata da tempo come, a seguito del riordino delle Camere di Commercio, quella di Pisa sembrerebbe che potesse essere accorpata a quella di Lucca. Tutto ciò non può che impensierire i cittadini di Pisa e della sua Provincia non fosse altro per il fatto che si sentono non adeguatamente tutelati da chi dovrebbe salvaguardare il prestigio di una città che, oltre alla sua immensa storia è a capo di una provincia di più di 400.000 abitanti.
Infine ci teniamo osservare che per ridurre la spesa pubblica il Governo ha abolito le Province realizzando un assordante flop, per non aver provveduto per tempo ad un organico trasferimento delle competenze e per non aver ancora risolto il problema del ricollocamento del personale delle vecchie province; tutto ciò pare che debba costare alla collettività circa due miliardi di euri ( vedi Panorana del 20/1/2016 ) . Quindi ben venga un riordino della PA, ma non a scapito della collettività, perché per sbrigare una pratica sobbarcandosi un viaggio di alcune decine di chilometri non è un costo per la PA , ma del cittadino a cui si deve aggiungere il disagio e il dispendio di un tempo maggiore, che anch’esso è un costo.
Siamo convinti che in Italia vi siano molti altri modi per risparmiare denaro pubblico; tutti giorni abbiamo notizie di tangenti, evasioni fiscali, privilegi di tutti i tipi, furbetti del cartellino, ecc. ecc.; per cui i nostri politici locali ci mettano una buona parola e facciano presente a chi di dovere che non si risparmia eliminando gli uffici, ma organizzandoli meglio e responsabilizzando chi vi opera.”