Iliade. Il gioco degli dèi di Francesco Niccolini, con la drammaturgia di Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Francesco Niccolini e Marcello Prayer – il Quadrivio all’origine sia dei Duellanti da Conrad che di Don Chisciotte da Cervantes –, e la regia degli stessi Aldorasi, Boni, Prayer, arriva al Teatro Era di Pontedera il 9 e 10 gennaio, alle 21.
Lo spettacolo, prodotto da Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, in coproduzione con Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, Teatro della Toscana, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, e che vede in scena, al fianco di Alessio Boni e Iaia Forte, Haroun Fall, Jun Ichikawa, Francesco Meoni, Elena Nico, Marcello Prayer, Elena Vanni, sarà poi al Teatro della Pergola di Firenze dal 27 febbraio al 3 marzo.
«Ci sono tutti i semi del tramonto del nostro Occidente in Iliade che, come accade con la grande poesia, contiene anche il suo opposto: la possibilità di assumersi le responsabilità, la libertà di scegliere e di dire no all’orrore»: questo è l’assunto attorno al quale Roberto Aldorasi, Alessio Boni e Marcello Prayer, registi dello spettacolo, hanno ideato Iliade. Il gioco degli dèi, in scena al Teatro Era di Pontedera il 9 e 10 gennaio.
Lo spettacolo, su testo di Francesco Niccolini liberamente ispirato al capolavoro di Omero, vede protagonisti Alessio Boni (Zeus) e Iaia Forte (Era), che dividono il palcoscenico con Haroun Fall (Hermes), Jun Ichikawa (Afrodite), Francesco Meoni (Ares), Elena Nico (Atena),Marcello Prayer (Apollo) e Elena Vanni (Teti). Scene di Massimo Troncanetti. Costumi di Francesco Esposito. Disegno luci di Davide Scognamiglio. Musiche di Francesco Forni. Creature e oggetti di scena di Alberto Favretto, Marta Montevecchi e Raquel Silva. Produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, Teatro della Toscana, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Nell’addentrarsi nel disegno ispirativo, i registi specificano: «Iliade canta di un mondo in cui l’etica del successo non lascia spazio alla giustizia e gli uomini non decidono nulla, ma sono agiti dagli dèi, in una lunga e terribile guerra senza vincitori, né vinti. La coscienza e la scelta non sono (ancora) cose che riguardano gli umani: la civiltà dovrà attendere l’età della Tragedia per conoscere la responsabilità personale e tutto il peso della libertà da quegli dèi che sono causa di tutto, ma non hanno colpa di nulla. In quel mondo arcaico dominato dalla forza, da un Fato ineluttabile e dagli dèi capricciosi, non è difficile specchiarci e riconoscere il nostro: le nostre vite dominate dalla paura, dal desiderio di ricchezza, dall’ossessione del nemico e da tutte le forze distruttive che ci sprofondano nell’irrazionale e rendono possibile la guerra».
Iliade. Il gioco degli dèi offrirà quindi l’occasione per confrontarsi con i miti più antichi della poesia occidentale e per osservare lo strano mondo delle divinità classiche e della guerra di tutte le guerre, argomento che purtroppo rimane di stretta attualità. Sotto la loro lente di ingrandimento gli dèi ci appaiono capricciosi, vendicativi, disumani: sono gli dèi immortali e la loro commedia è la tragedia degli uomini, da sempre.
Da un po’ di tempo, però, qualcosa è cambiato: sono diventati pallidi, immagini sbiadite dell’antico splendore, hanno perso i loro poteri e non sanno spiegarsi né come, né quando sia iniziato il loro tramonto. Non si incontrano da secoli, dai tempi di Elena, Achille, Ettore, Andromaca, Priamo, Ecuba, Agamennone, Patroclo, Odisseo e degli altri personaggi di cui si divertivano a muovere i fili del destino, ma oggi un misterioso invito li riunisce tutti, dopo tanto tempo. Chi li ha invitati? Per quale motivo?