Pisa, 26 gennaio 2024. Si è svolta questa mattina, nell’area verde intitolata a Raffaello Menasci, la cerimonia del cambio di denominazione da via “Giovanni D’Achiardi” a via “Giusti tra le Nazioni”. L’iniziativa voluta dal Comune di Pisa si è svolta alla vigilia della Giornata della Memoria, la ricorrenza internazionale che si celebra ogni anno il 27 gennaio per ricordare le vittime dell’olocausto. La decisione di modificare la denominazione era stata adottata circa un anno fa dalla Giunta Comunale.
Alla cerimonia, introdotta dagli inni italiano e europeo cantati dal coro dell’Istituto comprensivo “Fibonacci”, sono intervenuti il sindaco di Pisa, Michele Conti, il viceprefetto vicario, Laura Motolese, il Rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, il presidente della Provincia di Pisa, Massimiliano Angori, il presidente della Comunità Ebraica di Pisa, Andrea Gottfried, il presidente dell’ANPI sezione di Pisa, Bruno Possenti, il presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Bargagna, e il vicepresidente del Consiglio comunale di Pisa, Antonietta Scognamiglio. Al termine della cerimonia è stato presentato il bozzetto della stele lapidea a ricordo del cambio di nome della strada che verrà posizionata nell’area verde, a cura dell’artista Andrea D’Aurizio.
Il programma per la Giornata della memoria prosegue sabato 27 gennaio, alle ore 10.30 alla Biblioteca Comunale di Pisa, con la proiezione riservata alle scuole del film d’animazione: “Anna Frank e il diario segreto” di Ari Folman. Alle ore 11.30 invece il raduno in piazza San Paolo all’Orto davanti alle Pietre d’inciampo, in adesione all’iniziativa nazionale. Mentre fino al prossimo 5 febbraio (orarioda lunedì a venerdì 09.00 – 19.00, sabato 10.30 – 19.00) presso Biblioteca Comunale di Pisa si terrà la mostra documentaria “Noi, i perseguitati: la memoria degli oppressi dal Nazifascismo” a cura della Rete Bibliolandia.
Intervento del Sindaco di Pisa Michele Conti:
«Oggi per Pisa è un giorno importante – ha detto nel suo intervento il Sindaco Michele Conti -. Un giorno nel quale non si fa solo una cerimonia di commemorazione o di ricordo ma un giorno nel quale, come disse la senatrice Liliana Segre nella nostra città in occasione della cerimonia di scuse degli Atenei italiani, si “interviene nella storia”. Oggi, infatti, si partecipa tutti a far accadere qualcosa di nuovo che cambia rispetto a quanto c’era prima. Siamo tutti qui a testimoniare che questo tratto di strada della nostra città non si chiamerà più via D’Achiardi ma cambierà denominazione in via “Giusti tra le Nazioni”.
Un cambiamento che non è una questione solo nominalistica ma importante sotto il profilo etico e morale e, direi, storico per la nostra comunità cittadina. Un messaggio destinato a essere colto dalle nuove generazioni che vivranno a Pisa. Come abbiamo detto in altre occasioni pubbliche, la nostra città, porta con sé l’onta di essere stata la sede, nel 1938, della firma delle leggi razziali, a causa del fatto che qui il re amava passare lunghi periodi.
Bene fece bene il nostro Ateneo, nel 2018, per gli 80 anni dalla promulgazione di quelle leggi, a organizzare una giornata di studi per chiedere perdono a nome di tutti gli atenei d’Italia. La colpa del mondo universitario, così come di gran parte degli italiani in quegli anni, fu sostanzialmente il silenzio di fronte a quel che stava accadendo. Il silenzio nel vedere tanti italiani, di religione ebraica, perdere il lavoro; il silenzio nel non vedere più i ragazzi frequentare le scuole di ogni ordine e grado; infine, il silenzio nel non vederli più in giro per le strade delle loro città. Sappiamo come andarono le cose. E, per fortuna, abbiamo anche saputo con il tempo, che furono molti, in silenzio, a compiere atti eroici per mettere in salvo tanti di quei cittadini ebrei. Anche se furono migliaia a finire nei campi di concentramento e altrettanti a fuggire dal nostro Paese.
In anni recenti, il Comune di Pisa ha provveduto a intitolare proprio questa area a verde al ricordo di Raffaello Menasci. A intitolare alla giovane Anna Frank la rotonda sull’Aurelia, porta d’ingresso nel parco di San Rossore, dove vennero fisicamente firmate dal sovrano le suddette leggi. Abbiamo fatto incontri nelle scuole per sensibilizzare i giovani al tema, al ricordo, alla conoscenza dell’Olocausto, all’incontro con i testimoni. Nel 2020 oltre mille ragazzi ebbero modo di ascoltare le parole di Tatiana Bucci, nostra cittadina onoraria dal 2013. Così come, è nostra cittadina onoraria la stessa Liliana Segre, riconoscimento votato nel 2019 all’unanimità dal Consiglio comunale, senza distinzioni tra i differenti schieramenti politici presenti.
Pisa dimostra da tempo attenzione e affetto verso i testimoni di quella tragica pagina che fu la Shoah e non manca al proprio dovere di trasferire alle giovani generazioni la memoria di quel che accadde perché non si ripeta mai più.
Con quello che andiamo a fare oggi, intendiamo sanare un’altra ferita aperta. Chiudere una pagina della nostra storia per aprirne un’altra. Negli ultimi anni, sul una via intitolata a D’Achiardi sono state spese molte parole, raccolte firme, il Consiglio Comunale con le proprie sensibilità si è confrontato sull’argomento. Poi, lo scorso anno, decidemmo di far approvare in Giunta un atto per cambiare finalmente nome alla strada intitolata al rettore dell’Università di Pisa che si rese responsabile dell’espulsione di studenti e docenti ebrei dell’Ateneo Pisano.
Via D’Achiardi era stata lì dagli anni ‘60, e forse si era spenta la memoria della sua figura, tanto che i Sindaci che mi hanno preceduto non avevano mai pensato a cambiarne la denominazione.
In questo senso va riconosciuto il merito ad alcuni cittadini, Davide Guadagni, Michele Emdin, Michele Battini, di avere promosso un’iniziativa popolare e una raccolta di firme che hanno sollevato il velo della memoria e fatto prendere coscienza a tutti che un cambiamento era necessario.
Giovanni D’Achiardi ricoprì molti ruoli di potere e da Rettore dell’Ateneo pisano, nel 1938, fu particolarmente ligio nell’applicare quelle leggi razziali volute dal fascismo per cacciare studenti e docenti dal nostro Ateneo. Il dibattito pubblico che ne è seguito ha aperto così a tutti gli occhi sul fatto che quel nome non fosse più degno di onorare la toponomastica cittadina.
Lo scorso anno abbiamo intitolato questa area vere alla memoria di Raffaello Menasci, uno dei docenti pisani vittime di quella scelta, deportato, insieme alla sua famiglia, nel campo di sterminio di Auschwitz, e morto a Varsavia il 29 febbraio 1944. Qui abbiamo piantato un melograno, che nella cultura ebraica rappresenta i valori di onestà, correttezza e giustizia.
Da qui parte la strada che da oggi si chiamerà via “Giusti tra le Nazioni”. Proprio per ricordare chi, al contrario di D’Achiardi, durante quel buio periodo, contribuì alla salvezza di uomini e donne che avevano l’unica colpa di essere di religione ebraica. Una stele realizzata dall’artista pisano Andrea D’Aurizio ne racconterà la storia. Al termine di questa cerimonia presenteremo il bozzetto realizzato dall’artista che scolpirà la pietra, lasciando un segno tangibile a futura memoria. Così, come dicevo all’inizio dell’intervento, abbiamo ritenuto di seguire le parole della senatrice Liliana Segre: “intervenire nella storia”.
Far succedere qualcosa di nuovo. In questo caso dare un riconoscimento, almeno morale, alle vittime di quella ingiustizia e a chi si fece parte attiva per la loro salvezza. Nel nostro piccolo anche noi facciamo succedere qualcosa che cambia. Non solo memoria e racconto ma un fatto che incide nel corso della storia e lascia un segno imperituro. Che rimedia a una ingiustizia, ci distingue e ci impegna per il futuro, coinvolgendo le future generazioni, affinché certi fatti non accadano mai più».