“I poliziotti di Pisa sono solo i capi espiatori di una bagarre politica in cui mancano decisioni chiare, in cui ci si preoccupa di ordine e sicurezza per lo più a parole, in cui si aspetta solo l’occasione di poter innescare lo scontro e chi porta la divisa viene strumentalizzato e quasi sempre criminalizzato. Ieri sera in tv, da ultimo, abbiamo ascoltato quello che secondo noi era un vero distillato di odio nelle farneticanti parole di chi ha fatto riferimento a poliziotti che prima di andare in piazza si drogano, o che sono felici di manganellare o che lo fanno per una rivalsa nei confronti di chi studia per un presunto senso di frustrazione. Siamo alla follia, se questi sono i messaggi che si consegnano ai giovani, nessuna meraviglia che sia diffusa l’idea di poter fare tutto quel che si vuole e che i poliziotti siano nemici da abbattere”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, a proposito di quanto avvenuto nei giorni scorsi in occasione delle manifestazioni pro Palestina.
“Una seria analisi rispetto a fatti del genere – prosegue Mazzetti – deve partire da assunti insuperabili: le manifestazioni si fanno rispettando le relative disposizioni, con le forze dell’ordine non si deve venire in contatto, chi fa ordine pubblico ha precisi compiti da attuare e quando le mediazioni non servono è previsto l’uso della forza. Se questi assunti valgono a giorni alterni, o per qualcuno sì e qualcuno no, è ora di dirlo chiaramente e togliere i colleghi dal caos in cui si pretende che operino. Quando si usano parole rischiose e fuorvianti che evocano l’abuso della violenza da parte delle Forze dell’ordine non si fa che alimentare un circuito perverso in cui tutti siamo meno al sicuro. Manifestare è un sacrosanto diritto, il dissenso è la linfa della democrazia, ma è indispensabile insegnare a tutti come l’una e l’altra cosa debbano convivere con le regole di civiltà e legalità, come ha più volte ribadito il Capo dello Stato, anche nei giorni precedenti la manifestazione non preavvisata di Pisa”.
“Cavalcare suggestioni emotive sfruttandole per assecondare, giustificare e sostenere comportamenti che violano le regole e le prescrizioni in tema di sicurezza è sbagliato, chiunque sia a tenere quei comportamenti – incalza Mazzetti -. Specialmente se in malafede lo si fa sorvolando sul presupposto fondamentale, cioè che i poliziotti si attengono a ciò che è stabilito, e non c’è modo di fermare a parole chi intende superare i limiti imposti, come abbiamo visto troppe volte. Ma questo chi si esibisce in dotte considerazioni sull’ordine pubblico senza essere stato in strada non lo sa. E’ indispensabile difendere la professionalità, la dedizione e la trasparenza dell’operato dei poliziotti, ecco perché servono regole di ingaggio chiare e definite, serve che alle manifestazioni siano presenti i magistrati, e serve creare aree cuscinetto che diano modo di capire chi attacca chi, senza furbizie”.