Prende il via martedì 10 settembre alle ore 21:00 nella Cattedrale di Pisa, la XXIII edizione della Rassegna internazionale di Musica Sacra Anima Mundi, organizzata dall’Opera della Primaziale Pisana con il contributo della Fondazione Pisa e con il patrocinio del Comune di Pisa.
Per un’improvvisa indisposizione il maestro Trevor Pinnock non potrà dirigere il concerto. Lo sostituisce il maestro George Pehlivanian che l’organizzazione ringrazia per la disponibilità.
Per il primo appuntamento in cartellone, uno dei più intensi e affascinanti monumenti della musica sacra dell’Ottocento, lo Stabat Mater composto nel 1876-1877 daAntonín Dvořák, affidato a George Pehlivanian alla testa di Orchestra e Coro Filarmonici Sloveni con la partecipazione di cantanti di fama internazionale come il soprano Simona Šaturová, il mezzosoprano Sasha Cooke, il tenore Maximilian Schmitt, che sostituisce il compianto Steve Davislim recentemente scomparso, e il basso Georg Zeppenfeld. Il concerto sarà annunciato dall’ormai tradizionale “benvenuto” di ottoni e percussioni dalla Torre.
Nel 1875 per Antonín Dvořák le cose sembravano andare bene. Aveva al suo attivo quattro titoli d’opera, cinque sinfonie, una discreta quantità di composizioni da camera e diverse altre cose. Anche sul piano personale era felice: sposato da due anni, viveva a Praga e aveva già cominciato a mettere al mondo un’impressionante sequela di figli: ben nove, presto però decimati da una altrettanto impressionante serie di morti precoci. Ecco infatti in settembre la perdita di una prima bambina, Josefa. Pochi mesi dopo, nel febbraio 1876, Dvořák cominciò a scrivere uno Stabat Mater: testo non certo scelto casualmente, dato che parlava appunto del dolore di una madre privata del figlio. In maggio, terminata di fatto la composizione, si interruppe, rinviando l’orchestrazione della partitura a tempi migliori, per il sopraggiungere di altri impegni e interessi. Nel 1877 morirono altri due bambini. In un quadro famigliare così tragico non stupisce che Dvořák abbia ripreso lo Stabat, portandolo a compimento il 13 novembre 1877.
Affrontando il testo medievale dello Stabat Mater – attribuito comunemente a Jacopone da Todi – Dvořák aggiungeva una tessera a una lista già abbastanza lunga di autorevoli interpretazioni musicali di quella che subito dopo il Dies irae è la più celebre fra le molte “sequenze”, da intonarsi prima del Vangelo, che dal IX secolo in poi erano venute ad aggiungersi ai testi del canone liturgico. Era il suo primo impegno nel campo della musica sacra: oltre che con il coinvolgimento personale che è facile immaginare, lo affrontò con estrema sicurezza di intenzioni formali e stilistiche, dando vita a quello che resta lo Stabat più ampio che si conosca.
Franco-americano di origine armena, nato in una famiglia di musicisti, George Pehlivanian ha studiato direzione d’orchestra negli Stati Uniti e in Europa, con maestri quali Pierre Boulez, Lorin Maazel e Ferdinand Leitner. Nel 1991 vince il Concorso internazionale di direzione di Besançon e avvia una brillante carriera internazionale. Impegnato nel repertorio sinfonico e operistico, ha collaborato con le principali orchestre europee, è stato direttore principale e direttore artistico della Filarmonica Slovena dal 2005 al 2008 e ha inoltre diretto numerose orchestre del Nord America.
L’Orchestra Filarmonica Slovena, è un complesso strumentale che vanta una lunga tradizione, attivo sin dal 1701 come Ljubljana Academia Philharmonicorum e poi come Società Filarmonica, tra le più rinomate in Europa, che ebbe tra i suoi membri onorari Haydn, Beethoven, Paganini e Brahms. Oggi è orchestra residente del Festival di Lubiana. Il Coro Filarmonico Sloveno affonda le proprie radici nel complesso vocale legato alla Società Filarmonica attiva già a partire da fine Settecento.
Il pubblico di Anima Mundi avrà anche quest’anno la possibilità di sostenere, attraverso libere offerte, alcuni progetti di solidarietà e assistenza sul territorio. L’iniziativa è promossa dall’Arcidiocesi di Pisa-Caritas Diocesana. Il progetto legato al primo concerto è il Centro d’Ascolto.
Cuore dell’attività della Caritas, è il tempo e lo spazio che la chiesa dedica all’ascolto del grido dei poveri. È avamposto della comunità ecclesiale che si sperimenta “in uscita”. È antenna ricetrasmittente affinché il grido a volte spezzato del povero diventi provocazione per il rinnovamento della società civile e per la conversione della comunità ecclesiale. Accogliere, ascoltare, accompagnare e discernere è lo stile che contraddistingue il servizio del Centro d’Ascolto Caritas e di tutta la comunità ecclesiale. Nel 2023 sono state accolte e ascoltate 1958 persone.
Ingresso gratuito con biglietto.
Al momento la prenotazione online è esaurita per tutti i concerti. Ogni giorno di concerto, a partire dalle ore 18, i biglietti rimasti e non ritirati saranno messi in distribuzione solo presso la biglietteria.