Pisa, 13 settembre 2024. Il Comune di Pisa si dota per la prima volta del “Progetto pedagogico dei Servizi educativi alla prima infanzia”, un documento pensato per costruire un’identità di sistema volta a promuovere e garantire la qualità di tutti i servizi educativi presenti nel territorio del Comune. Il documento è stato approvato nell’ultima Giunta comunale e stamani è stato presentato dall’assessore alle politiche educative Riccardo Buscemi, insieme al dirigente del settore Francesco Sardo e alle coordinatrici pedagogiche del Comune di Pisa, Marina Bellanti e Federica Fabrizi.
“Il Progetto pedagogico, approvato in Giunta in coincidenza dell’avvio dell’anno educativo – spiega l’assessore alla scuola e ai servizi educativi, Riccardo Buscemi – è il primo e fondamentale documento programmatico dei servizi per la prima infanzia del Comune di Pisa. Un documento nato dal basso, frutto di un prezioso lavoro collegiale durato due anni che ha coinvolto il coordinamento pedagogico, i gruppi di lavoro, le famiglie e l’Amministrazione comunale, che esplicita in particolare i valori, le finalità e gli orientamenti pedagogici del nostro sistema educativo e che rappresenta quindi il primo punto di riferimento per garantire la qualità dei servizi educativi del territorio. Più in generale, possiamo dire che il documento getta le basi per quella che sarà l’educazione delle future generazioni e quindi dei nostri cittadini di domani”.
Il documento, pur rendendo espliciti decenni di studi e di ricerche, è basato su un approccio aperto, riflessivo, dialogante, su un’idea di educazione capace di soddisfare i bisogni specifici di ogni bambina e bambino. Il Progetto, che nei prossimi mesi sarà presentato alle famiglie con una cerimonia ufficiale, ha una durata di tre anni, trascorsi i quali sarà ripensato dal gruppo di lavoro, condiviso con le famiglie e aggiornato.
Valori e finalità. I valori che definiscono il progetto pedagogico del Comune di Pisa sono 4: educazione e cura, cioè un atteggiamento relazionale finalizzato a creare le condizioni del benessere dell’altro, coltivando la fiducia, un presupposto alla base dello sviluppo emotivo e cognitivo del bambino; ricerca-azione, che prevede l’idea di un’educatore come ricercatore che considera i bambini come un soggetti in divenire; diritti, ovvero la realizzazione delle condizioni che garantiscano i diritti fondamentali dei bambini e delle bambine; inclusione delle diverse abilità ed educazione alle differenze, ovvero il riconoscimento del diritto alla piena partecipazione alla vita della comunità di tutti i soggetti, con piani educativi individualizzati che sviluppino le competenze di ogni bambino.
Orientamenti pedagocici. L’azione educativa del Comune di Pisa è basata su 5 coordinate: l’outdoor education o educazione all’aria aperta per coltivare tutti i benefici che offre l’ambiente naturale; linguaggi e saperi artistici e scientifici, con i servizi educativi del Comune che hanno il compito di predisporre ambienti laboratoriali e atelieristici che favoriscano la creatività del bambino; corpo e movimento, per favorire l’attivà motoria del piccolo, anche attraverso la presenza, nei servizi del Comune di Pisa, di una sala di psicomotricità; lettura ad alta voce che prevede la promozione dell’attività quotidiana di lettura, con la messa a disposizione di libri in angoli appositamente creati, momenti di lettura ad alta voce e collaborazioni con biblioteca SMS e spcifici programmi di promozione della lettura; educazione familiare, attraverso percorsi che favoriscano il coinvolgimento attivo delle famiglie in un’ottica di corresponsabilità educativa.
Pisa, una città pioniera in campo pedagogico. Pisa è stata pioniera in campo pedagogico. Risale al 1833 la prima scuola per fanciulle fondata proprio a Pisa dalla pedagogista Matilde Calandrini; a questa esperienza ne seguirono altre e presto il successo dell’esperienza pisana incoraggiò lo sviluppo in Toscana e in altri territori d’Italia di esperienze analoghe. La metodologia, in queste scuole “per i figli dei poveri”, era molto avanzata; si fondava sull’insegnamento reciproco e si giovava di un personale specializzato, istruito dalla stessa Calandrini che fu «maestra delle maestre» in varie cittadine toscane. La città di Pisa fu protagonista di una delle prime esperienze educative-scolastiche che seppe darsi la fondamentale funzione di tutelare l’infanzia e di salvaguardarne l’interezza occupandosi soprattutto dell’infanzia abbandonata. Partendo da queste prime coraggiose sperimentazioni, cui negli anni se ne aggiunsero molte altre, fu con la legge n°444 del 1968 che venne istituita la “scuola materna statale gratuita e non obbligatoria”. I nidi d’infanzia invece attesero la legge n. 1044 del 6 dicembre 1971, che diede vita agli “asili nido comunali con il concorso dello Stato”.