La risposta delle insegnanti e colleghe di Sonia Ori, l’insegnante pisana implicata negli atti violenti nei confronti di minori non è tardata ad arrivare. Dopo le vicende dei maltrattamenti all’asilo nido d’infanzia del Cep, si sono espresse con una lettera piena di dolore e disagio sui fatti accaduti. Le colleghe della maestra si dichiarano sconvolte e creano un focus sul difficile e complesso lavoro delle educatrici con i bambini.
Un lavoro che è supportato da un collettivo di insegnanti nel quale ciascuno mette a disposizione dell’altro le proprie conoscenze ed esperienze, garantendo una ricerca continua, nell’ottica di essere, assieme alle famiglie, comunità educante per il bambino, e per il bambino con gli altri bambini. Inoltre chiariscono come ci siano a disposizione dei genitori strumenti di conoscenza sotto forma di momenti in cui condividere ed affrontare problematiche aperte a ciascun genitore che voglia vivere dei momenti all’interno del nido, per poter osservare quei bambini impegnati nella costruzione del sé.
Queste giornate aperte sono strumenti di lavoro per amplificare il lavoro di ogni insegnante ponendosiin situazione di ascolto, di aiuto, di rassicurazione all’interno di uno spazio che sappia raccogliere storie personali. Offrendo allo stesso modo ai genitori la possibilità di avvicinarsi alla loro attività.
Anche se non ci sono giustificazioni per quanto accaduto la voce di chi è nei servizi educativi credono serva a dimostrare quanto si creda ancora nel progetto psicopedagogico a base psicomotoria, che viene portato avanti con coerenza, professionalità, senso critico e passione. Un progetto che ha continuamente bisogno di una formazione, per tutto il personale educativo. L’obiettivo è quello di ripartire dalla volontà critica di discutere di quanto accaduto, perché l’errore che ha generato tanto sconcerto in non trovi mai più spazio.