Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa da parte del Consiglio di Amministrazione e Senato Accademico dell’Ateneo pisano, in merito alla protesta da parte di una parte dei docenti che si sono rifiutati di partecipare alla Valutazione della qualità della ricerca (VQR), procedura che implicherà conseguentemente una distribuzione dei fondi statali, sulla base della valutazione stessa, secondo le nuove normative vigenti. La protesta potrebbe avere una ricaduta negativa per l’ateneo e questo ha prodotto la seguente decisione:
“I senatori e i consiglieri di amministrazione riuniti (mercoledì 24 febbraio 2016) in seduta congiunta allargata ai direttori di dipartimento, dopo aver ascoltato una delegazione di colleghi i quali hanno illustrato le ragioni della protesta per il mancato riconoscimento giuridico degli scatti di progressione, attuata attraverso l’astensione dall’ inserimento dei prodotti scientifici da valutare (VQR) hanno approvato la seguente mozione:
La protesta in corso, le cui ragioni sono da tutti condivise, ha avuto il merito di portare all’ attenzione del Ministro e dell’opinione pubblica la situazione di discriminazione, priva di qualsiasi ragionevolezza, in cui si sono venuti a trovare i docenti universitari rispetto alla posizione di tutti gli altri pubblici dipendenti.
Ribadiscono l’inesistenza di reali ragioni di contrapposizione tra quanti sostengono la protesta e quanti ritengono necessario evitare che dalla stessa derivino conseguenze negative per il nostro Ateneo.
Sono consapevoli del fatto che chi aderisce alla stessa non intende con ciò sottrarsi ad una valutazione della sua produzione scientifica, come pure della necessità che il nostro Ateneo non abbia conseguenze economiche negative, con inevitabili ricadute sulla realizzazione degli obiettivi programmati dagli organi di governo.
Sottolineano – non esistendo ragioni di contrapposizione – la necessità di individuare insieme forme di protesta che nel perseguire il primo obiettivo riducano al minimo le conseguenze negative per il nostro Ateneo.
Da quanto indicato quindi i senatori e consiglieri dell’Ateneo pisano sostengono:
La necessità di riportare presso l’opinione pubblica le reali ragioni della protesta, che non si esauriscono nella mera rivendicazione stipendiale, ma attengono alla dignità della funzione docente e al ruolo fondamentale dell’alta formazione e della ricerca nello sviluppo del paese.
L’impegno a promuovere nelle opportune sedi una modifica sostanziale dei criteri che stanno alla base dell’attuale meccanismo di applicazione della VQR, che è incapace di rappresentare l’effettiva qualità della ricerca dei vari Atenei.
La necessità di utilizzare la giornata del 21 marzo, individuata dalla CRUI come momento unitario di mobilitazione degli Atenei, per iniziative che tendano a fare emergere presso l’opinione pubblica la condizione di profondo disagio del sistema universitario.
Pertanto – e in linea con quanto proposto dalla CRUI e attuato da tutti gli altri Atenei – decidono di escludere l’ipotesi di un ricorso all’inserimento coattivo dei prodotti scientifici e invitano i direttori di Dipartimento – con l’aiuto dei loro delegati e referenti amministrativi, nonché della task force dell’Ateneo – a supportare in tutti i modi le immissioni spontanee e a provvedere all’inserimento dei prodotti mancanti di quei docenti che, pur proseguendo nella protesta, non si oppongono a che ciò avvenga.”