Il 26 febbraio all’Università di Pisa si terrà il convegno nazionale dell’Associazione Italiana di Sociologia “Narrare la malattia, costruire la salute”. L’appuntamento è nell’aula magna di Palazzo Matteucci (piazza Toniolo, 2) alle 9,30 per una giornata di confronto multidisciplinare fra esperti e docenti sulla “medicina narrativa” per allargare lo sguardo agli effetti culturali e sociali della malattia e della salute, al di là del loro fondamento biologico.
La malattia non è semplicemente uno stato fisiologico. Ammalarsi non significa solo soffrire fisicamente e vedere il proprio corpo trasformarsi, ma significa anche vedere completamente stravolte le proprie abitudini, il proprio lavoro e le proprie priorità, le amicizie, gli affetti. In sintesi, la propria vita e la propria identità.
Già diffusa da alcuni anni anche in Italia, la Medicina narrativa si concentra sul ruolo relazionale e terapeutico del racconto dell’esperienza di malattia da parte del paziente e nella condivisione dell’esperienza, attraverso la narrazione, con il medico che lo cura. L’elaborazione del racconto e la comunicazione della propria esperienza attraverso un testo permette al paziente di riflettere sulla propria condizione e accettarla più facilmente in una prospettiva meno negativa. Dall’altro, la narrazione contribuisce a favorire il rapporto medico-paziente, costruendo una comunicazione privilegiata che aiuta la relazione terapeutica e restituisce al malato la propria dignità di persona. Un individuo che va “accolto” e ascoltato, non soltanto esaminato dal punto di vista clinico.
“Promuovere una più efficace comunicazione medico-paziente, ridurre le asimmetrie informative – ha spiegato Rita Biancheri dell’Ateneo pisano – sono percorsi che possono favorire un miglioramento della qualità della cura, affermare una visione olistica della malattia e concorrere anche ad affermare una visione delle differenze, come quelle di genere o di etnia, consentendo così interventi maggiormente personalizzati”.
Gli argomenti che saranno affrontati durante la giornata ricoprono una vasta area di interesse e vanno dagli E-Methods per lo studio delle Illness narratives, all’uso delle narrazione nella pratica clinica e socio-assistenziale, un approccio che rende necessaria una riconsiderazione della “cura” e della relazione terapeutica contribuendo, nello stesso tempo, ad un significativo potenziamento organizzativo dei sistemi sanitari.