Il bilancio di genere è il bilancio del Comune analizzato in base alla distribuzione delle risorse tra uomini e donne, con attenzione alla trasparenza e alla comprensibilità nei confronti dei cittadini. Il bilancio di genere è stato presentato dall’assessora Marilù Chiofalo al Consiglio comunale sui dati del consuntivo 2013, con l’intento di stimolare gli uffici comunali a pensare in modo differente, ma che nel futuro dovrà essere esteso a tutti gli altri segmenti di popolazione e sistematizzato dal settore finanze nella forma di bilancio sociale di cui rappresenta in effetti la prima implementazione. Il progetto del Comune di Pisa, cofinanziato dalla Regione Toscana, è uno strumento culturale di trasparenza, efficacia ed efficienza amministrativa: restituisce alla cittadinanza una lettura comprensibile e dunque più trasparente del bilancio, fornisce all’Amministrazione uno strumento per valutare l’impatto delle proprie scelte politiche differenziate per genere e migliorarne l’efficacia ed efficienza, riconosce il valore del contributo delle donne e che la loro piena partecipazione alla vita economica, sociale, politica, libererebbe risorse straordinarie di cui il nostro Paese ha bisogno. «Il bilancio di genere consuntivo è utile per avere una fotografia della città – ha spiegato l’assessora Chiofalo – abbiamo però ingegnerizzato un secondo strumento, per la prima volta a nostra conoscenza in Italia e con la supervisione scientifica del gruppo del Professor Tomei dell’Università di Pisa, pensato per effettuare una valutazione di impatto preventiva e differenziata per genere degli atti decisionali dirigenziali, di Giunta e di Consiglio, e che verrà implementato a partire da questo 2016: uno strumento per mettere al centro delle politiche il valore delle differenze di genere come richiesto dalla Conferenza Mondiale delle Donne di Pechino ed estendibile ad altri segmenti di popolazione». Nel bilancio si parte dall’analisi della popolazione in base all’età che incide sui servizi pubblici di cui una persona usufruisce. Si va dalla scuola alla tutela dei minori per i più piccoli, ai servizi sociali e sanitari che diventano via via più consistenti mano a mano che le persone avanzano con l’età. Chi ha meno di 20 anni è inserito nella fascia “area servizi infanzia e adolescenza”: il 48,8% sono femmine e il 51,2% maschi, e in totale rappresentano il 15% della popolazione. Tra i 20 e i 60 anni i cittadini entrano nell’ “area servizi conciliazione famiglie e lavoro”, si tratta della fetta più importante della popolazione, il 54% del totale; di questi il 50,2% sono femmine e il restante 49,8% maschi. Si passa poi all’area di assistenza e supporto, tra i 60 e gli 80 anni: sono il 23% della popolazione e la predominanza femminile è indiscussa: il 56,4% contro il 43,6%. Maggioranza ancora più schiacciante nella fetta di popolazione con più di 80 anni (il restante 8%), la cosiddetta “area di cura” dato che i servizi più importanti in questa fascia sono quelli sanitari e socio-sanitari: qui le femmine sono il 66%.
Si passa poi all’analisi delle famiglie: il 47,19% sono composte da 1 persona (che possono essere sia single sia anziani che hanno perso il partner), il 25,29% da una coppia di 2 persone, il 14,85% da 3 persone, il 9,33% da 4 persone e il restante 3,34% da 5 o più persone. Cosa fa il Comune per le pari opportunità. Gli investimenti di Palazzo Gambacorti sono divise in quattro macroaree a seconda dell’impatto sul genere. Aree dirette, attività direttamente finalizzate a promuovere le pari opportunità in generale con strumenti e azioni culturali: nel 2013 la spesa è stata di € 10.438,00. Aree indirette alla persona e alla famiglia, sono le attività destinate a bambini, anziani, fasce deboli; apportano notevoli benefici non solo al diretto destinatario, ma anche indirettamente alla figura che nel nucleo familiare se ne occupa, spesso rappresentata da donne. Investimento nel 2013 di 24,7 milioni di euro. Aree indirette alla qualità della vita e all’ambiente, comprendono viabilità, trasporti, funzioni di polizia locale, sviluppo di attività economiche, cultura e tempo libero, turismo, sport, area ecosostenibile. Le ricadute su donne e uomini sono differenti, ma con un livello minore rispetto alle aree precedenti. Investimento nel 2013 di 94,2 milioni di euro. Aree neutre, riguardano le spese per le funzioni generali di amministrazione, relative alla giustizia, ai servizi produttivi e tutte le funzioni non riconducibili alle altre. Si tratta di voci di spesa indifferenti rispetto al genere. Investimento nel 2013 di 55,9 milioni di euro.