Stanno proseguendo le indagini anche a Livorno, per individuare la donna che la mattina del 26 marzo ha rapinato l’ufficio postale di Marina di Cecina armata di pistola. Per il momento l’unico indizio è un cappello nero trovato a circa trenta metri dall’ufficio postale. L’oggetto potrebbe effettivamente corrispondere all’indumento che indossava la donna durante la rapina.
Lo aveva calzato sulla testa, tanto che i dipendenti dell’ufficio postale non sono riusciti a vedere il colore dei capelli e neppure a distinguerne con chiarezza i tratti somatici. Anche perché la rapinatrice ha agito davvero in fretta. È entrata nelle poste di Marina, si è avvicinata alla prima cassa con una pistola in mano, ben coperta da una sciarpa, anch’essa nera. Ha intimato alla prima cassiera di consegnarle il denaro e poi si è rivolta al dipendente a fianco.
Ottenuti i contanti, in tutto circa 600 euro, è fuggita velocemente. Pochi minuti prima, era stata notata fuori dall’ufficio postale, con lo sguardo rivolto verso la porta di accesso, sicuramente per aspettare il momento favorevole per entrare in azione. Infatti, è entrata nell’ufficio pochi istanti dopo che dalle poste è uscito l’ultimo cliente. Quindi una volta all’interno è rimasta sola con i dipendenti.
Secondo la ricostruzione dell’accaduto, la donna che ha messo a segno il colpo senza dare segni di alterazione o nervosismo, e che si è mossa con calma e lucidità, sarebbe di nazionalità italiana. La polizia, dopo aver acquisito il filmato della telecamera interna dell’ufficio postale di Marina di Cecina, sta visionando le registrazioni di giovedì mattina, per cercare di trarre elementi utili all’individuazione dell’identità della rapinatrice. Cosa non semplice, perché, come abbiamo detto, il volto della donna al momento del colpo era semi nascosto dal cappello che indossava, e tra l’altro ha pronunciato pochissime parole.