Prima delle manette a intervenire nei casi di violenza fisica e psicologica arriva anche a Pisa il codice rosa un nuovo sistema assistenzialistico dell’Azienda Ospedaliera rivolto a tutte le vittime di violenza interpersonale. Il nome potrebbe trarre in inganno, non è un servizio dedicato soltanto alle donne, ma a tutte le persone che si trovano in una situazione di “fragilità” estendendo il focus dell’intervento anche bambini, uomini, omosessuali e anziani senza distinzione di nazionalità. I pazienti identificati con questo codice potranno seguire un percorso specifico che comprenda oltre l’immediata assistenza medica anche una consulenza psicologica e un canale diretto con la procura. Sarà prioritaria la centralità del paziente intorno al quale ruoterà un team di professionisti in ascolto multidisciplinare. Il progetto avviato nel 2013 a seguito dell’effetto domino partito nel 2009 dalla ASL di Grosseto, si è esteso a molte aziende ospedaliere toscane e adesso è divenuto un obiettivo regionale con una triplicazione dei casi di violenza denunciati. A Pisa si è riusciti ad attivare una task force di professionisti pronti ad agire in cooperazione per la gestione del caso ed è resa necessaria la consulenza di giuristi per risolvere il problema della privacy. L’aspetto organizzativo e culturale è sanato con una formazione mirata di diversi professionisti: il supporto di un medico legale ad esempio che consente una verbalizzazione efficace e veritiera di ciò che la vittima ha subito collaborando con l’autorità giudiziaria con accertamenti gratuiti. Con l’attivazione del codice rosa si dimezzano i tempi dell’intervento che diviene mirato e si riducono spese inutili.
a cura di Valeria Tognotti