Pisa – Rendere ancora più sicura l’acqua di rubinetto, ridisegnando il settore dei controlli con un modello basato su un sistema globale, che si prenda cura della risorsa idrica dal punto di captazione fino all’utenza finale. È la missione del Water Safety Plan, e da oggi anche di Acque SpA, tra i primi gestori in Italia a sposare il modello introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e recepito poi dalla normativa europea. L’iniziativa è stata presentata questa mattina, lunedì 6 novembre, presso l’Auditorium di Palazzo Blu a Pisa, alla presenza, tra gli altri, di Giuseppe Sardu e Paolo Saccani, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Acque SpA, e del direttore del Reparto igiene acque interne dell’Istituto Superiore di Sanità, Luca Lucentini.
L’approccio del Water Safety Plan (WSP) sposta l’attenzione dall’analisi sulle acque distribuite alla prevenzione e alla gestione dei rischi lungo tutta la filiera idropotabile. “Con la costante evoluzione del quadro di riferimento in cui operiamo – sottolinea Lucentini – non basta fare ciò che abbiamo sempre fatto e prevenire in modo quasi scaramantico l’emergenza; è necessario passare dal concetto di “controllo” a quello di “sotto controllo””. Il WSP consente di fare un passo avanti rispetto alla prassi delle analisi basate sul rispetto dei parametri attinenti alla sicurezza microbiologica, fisica e chimica della risorsa: permette di basare la garanzia della qualità delle acque non su criteri retrospettivi, quanto sulla prevenzione/riduzione della contaminazione della risorsa idrica, sull’eliminazione/riduzione di potenziali agenti di pericolo e sulla prevenzione di ri-contaminazioni nella fase di distribuzione e consumo.
Con il supporto dell’Istituto di Management della Scuola Sant’Anna di Pisa, Acque Spa ha deciso quindi di intraprendere un progetto sperimentale di implementazione del modello WSP in tre sistemi idrici del territorio (Empoli, Montopoli in Val d’Arno e Villa Basilica), scelti per le differenti caratteristiche e le diverse modalità di accesso alla risorsa. L’obiettivo di Acque, per il futuro, è una mini-rivoluzione nella filiera di controllo dell’acqua potabile, per garantire oltre alle già assicurate caratteristiche di puntualità, accuratezza e continuità delle analisi, anche l’assoluta specificità della mappatura e della valutazione degli eventuali pericoli, calibrata sulle peculiarità della risorsa del territorio, anche grazie al dialogo con tutti gli stakeholder interessati.
“Da sempre – sottolinea Sardu – il Gruppo Acque è all’avanguardia per attenzione alla sicurezza dei controlli e alla qualità dell’approvvigionamento idrico. Assicuriamo da anni ingenti investimenti nel settore, ora vogliamo essere protagonisti di un ulteriore salto di qualità, anche per rispondere alla domanda sempre crescente dell’opinione pubblica di informazioni sulla salute e sull’uso sostenibile della risorsa idrica”. Il WSP prevede peraltro il coinvolgimento attivo dei Comuni, delle Università e di tutti gli altri stakeholder interessati, per consentire poi, sulla base di una concreta e puntuale valutazione dei rischi, di decidere con le autorità sanitarie e con le altre autorità competenti quali parametri monitorare e con quale frequenza, o come estendere la lista di sostanze da tenere sotto controllo in caso di preoccupazioni per la salute.