Tre razze pisane a rischio estinzione, si tratta del Mucco Pisano, della Pomarancina e del cavallo di Monterufoli. Il loro numero, ancora troppo fragile per garantire una continuità nel tempo, le ha confermate tra le venti razze toscane che rischiano di sparire dalla faccia della terra. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Pisa sulla base dei dati forniti dall’Associazione Regionale Allevatori in merito all’allarme lanciato dalla Fao secondo cui il 17% delle razze nel mondo rischia l’oblio, per sempre, mentre un altro 60% è in stato di rischio sconosciuto per mancanza di dati sulla dimensione e la struttura della popolazione.
E’ solo grazie all’impegno e al lavoro degli allevatori per garantire una straordinaria biodiversità e alle risorse messe in campo dal Piano di Sviluppo Rurale per favorire la crescita della popolazione nella nostra regione di alcune particolari razze che appartengono alla nostra storia e tradizione zootecnica che queste particolari razze hanno ancora un futuro davanti. “I nuovi sbocchi commerciali garantiti dalla rete dei mercati e dalle fattorie di Campagna Amica – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa – hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà. Razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione con il canale della vendita diretta, della trasparenza, della tracciabilità e della territorialità hanno un ruolo nella filiera e nei mercati. Le razze autoctone presenti sul nostro territorio racchiudono, oltre che un importante valore economico, la nostra storia, la nostra cultura e la nostra biodiversità”.
In questi anni Coldiretti, insieme all’Associazione Regionale Allevatori, ha lavorato per ampliare e per assicurare, attraverso il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana, contributi finanziari agli allevatori che costituiscono l’elemento indispensabile per evitare estinzione ma anche per creare nuove opportunità. “A fianco del recupero genetico – spiega Diego Stiaccini, Presidente Provinciale degli Allevatori – è stato importante legare tutta la parte della commercializzazione delle carni e dei prodotti derivati. Ciò nonostante le difficoltà non mancano: il Mucco Pisano sta vivendo una nuova stagione di preoccupazione a causa della chiusura di alcune stalle mentre la Pomarancina, che da un lato ha riportato la zootecnia in aree del nostro territorio svantaggiato perché hanno caratteristiche di adattabilità e sostenibilità ambientale del 100% vivendo completamente al pascolo, subiscono dimezzamenti da parte dei lupi e canidi. Sono il loro piatto prelibato”.
Non è un caso se, tra i 54 progetti del pacchetto giovani che saranno finanziati, ci sono anche allevamenti e caseifici per la produzione di formaggio e latticini under 35. “Dal recupero di un mestiere antico come quello dell’allevatore passa la salvaguardia del nostro patrimonio paesaggistico ed ambientale poiché spesso, la presenza di allevamenti, coincide con insediamenti nelle zone più marginali e svantaggiate; – commenta Aniello Ascolese, Direttore Coldiretti Pisa – negli ultimi venti anni abbiamo assistito, quasi impotenti, alla progressiva chiusura degli allevamenti e alle difficoltà di un ricambio generazionale. Il trend si è invertito anche grazie alla riscoperta di razze, mestieri e produzioni che attraverso la vendita diretta e Campagna Amica incontrano il consumatore, generando positivi risultati economici e favorendo nuovi investimenti. Possiamo quindi affermare che, le nostre razze sono sempre più lontane dall’estinzione”.
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