Cascina (Pisa) – «Dopo due anni di battaglie finalmente possiamo dirlo. La Tinaia chiude definitivamente. E’ una vittoria di Cascina e per Cascina, una vittoria delle istituzioni, dei residenti e dei cittadini». Esordisce così, Susanna Ceccardi, sindaco di Cascina, durante la conferenza stampa tenuta venerdì 24 agosto mattina nel cortile del centro di accoglienza de “La Tinaia” a Santo Stefano a Macerata. In mano il primo cittadino sfoglia il provvedimento con cui la Prefettura di Pisa ne dispone la chiusura.
«Finalmente stamattina è stato notificato dalla prefettura di Pisa il provvedimento di immediata chiusura del Cas “La Tinaia” – dice Ceccardi- con cui si prende atto di una situazione igienico-sanitaria assolutamente insostenibile. Noi lo abbiamo detto e denunciato da tempo, da anni. E non solo a parole. Lo abbiamo dimostrato e rendicontato con gli atti, con ordinanze sulla situazione igienica, sul sovraffollamento e anche sull’abusivismo edilizio presenti in questa struttura».
«Finalmente oggi la prefettura prende atto di tutto questo e La Tinaia chiude. Ciò anche grazie al fatto che sono stato bloccati gli sbarchi. Gli sbarchi non avvengono più, non c’è più l’emergenza di un anno fa, con i centri di accoglienza strapieni e con le persone che arrivavano qua. E così mentre la Tinaia poteva al massimo accogliere 23 persone, è arrivata in questi anni ad ospitarne oltre 100. In condizioni igieniche vergognose. Con i topi, vivi e morti, nei locali, i bagni rotti e le tubature delle fognature che colavano sui letti. E questo sarebbe il sistema di accoglienza sostenibile voluto dalle sinistre? Questa non è accoglienza, non è la nostra accoglienza!».
«Diciamo grazie ad una sinergia che si è creata con il governo centrale, con il ministero dell’Interno guidato da Matteo Salvini, che ha bloccato gli sbarchi e permesso che questi immigrati fossero redistribuiti nei centri mezzi vuoti della provincia”.
Il provvedimento della Prefettura mostrato in conferenza stampa stabilisce la chiusura immediata del centro La Tinaia e l’immediato trasferimento dei 41 richiedenti asilo presenti in altri Cas operativi nella provincia e individuati in base alla disponibilità di posti.