Cascina (Pisa), 5 gennaio 2021 – “La proroga per il contributo Tari al 15 gennaio non è sufficiente e ancora le imprese non sanno se veramente la Tari aumenterà oppure no”. Confcommercio Provincia di Pisa torna sul tema della tassa sui rifiuti nel comune di Cascina, considerato di fondamentale importanza per le aziende, e lo fa con le parole della presidente Federica Grassini: “La proroga del bando per il contributo Tari è già un primo segnale positivo, ma è assolutamente necessario posticiparla almeno fino alla fine di marzo, per dare una effettiva possibilità alle imprese di conoscerne l’opportunità e avere tutto il tempo necessario di fare la domanda” – spiega la presidente: “Se l’intento è quello di tendere una mano alle aziende del territorio, e l’obiettivo è davvero quello di consentire a tutte le imprese che ne hanno la facoltà di ottenere il contributo, non è comprensibile imporre una finestra temporale così ristretta. Gli alambicchi e le astrusità della burocrazia, cavillosa, inefficiente e purtroppo ben protetta, non ci interessano in alcun modo, quello che conta è salvare le imprese dalla chiusura”.
“Siamo come coloro che son sospesi, nessuno ci ha ancora informato sul fatto che quest’anno le imprese si troveranno una Tari ulteriormente aumentata” – si domanda incredulo il presidente di Confcommercio Cascina Marcello Mosca: “E per restare sul tema tanto sbandierato quanto inapplicato di trasparenza delle tariffe, qualità ed efficienza del servizio, ci dovrebbero spiegare come sia possibile che mentre il volume complessivo della raccolta dei rifiuti diminuisce, i costi continuano progressivamente ad aumentare. I dati sono eloquenti: per restare al comune di Cascina, dal 2011 al 2019 il costo medio pro capite di gestione del rifiuti urbani è aumentato del +26%, passando dal costo di 129 euro per abitante a quello di 162 euro del 2019”.
“Considerando tutto, non ultimo il fattore Covid-19, la Tari va notevolmente abbassata, perché le imprese e i negozi sono chiusi, chi lavora lo fa a scarto ridottissimo e infine perché non esiste alcuna motivazione inerente il servizio che giustifichi e renda plausibile anche solo l’idea di un aumento” – conclude la presidente Federica Grassini.